Alexandre Roulin è il più grande esperto mondiale di barbagianni e ho avuto il piacere di averlo mio ospite qualche mese fa al Festival dei gufi. Non a caso nel 2020 pubblicherà sull’argomento una monografia inglese, candidata a diventare la “bibbia” di questa specie.
Recentemente, insieme ad altri ricercatori europei, ha divulgato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, i risultati di uno studio sorprendente che evidenzia l’influenza delle fasi lunari sulla vita e sulla sopravvivenza dei barbagianni.
L’influenza della luna
Il ciclo lunare espone i paesaggi notturni a notevoli variazioni di luce ma comprendere come questo crei vantaggi o svantaggi ai rapaci notturni era una domanda, sinora, senza risposta.
In molti studi, anche condotti dal sottoscritto, è stata evidenziata una variabilità di comportamenti in base alle differenti fasi lunari in particolare sulla reattività al canto territoriale, soprattutto nel caso di allocchi e civette, ma quanto emerge in questa indagine è davvero sorprendente e apre nuovi scenari.
Questione di piume
I barbagianni, in natura, possono assumere piumaggi con tonalità di colore molto differenti e i ricercatori hanno dimostrato che questo ha delle conseguenze in relazione alla luminosità della luna.
Gli individui con un piumaggio più scuro e rossastro hanno evidenziato un minor successo nella caccia durante le notti di luna piena o comunque in quelle più luminose. Ciò incide sia sulla capacità di alimentare le nidiate e sia sulla loro massa corporea.
Al contrario, i barbagianni più chiari, più bianchi, hanno dimostrato di essere più produttivi ed efficaci nelle loro azioni di caccia e questo risulta essere molto importante poiché evidenziano una maggior idoneità alla vita notturna.
Lo studio ha mostrato, inoltre, che il piumaggio più chiaro e pallido provoca nella preda un tempo di reazione più lento nella fuga, quanto basta perché il barbagianni possa ghermirla e portarla al nido per mangiarla.
Questo studio è straordinario, uno dei più innovativi e importanti degli ultimi anni, poiché crea nuove basi per valutare l’importanza dei colori negli ecosistemi notturni ed è probabile che inneschi altre indagini su altre specie. Le nostre conoscenze sul mondo dei gufi stanno per cambiare radicalmente.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com