Al Word Economic Forum di Davos si è parlato anche di tutela degli animali e del futuro della moda.
Durante l’incontro avvenuto nella località svizzera, i big della moda e le società attive nel settore si sono riuniti in una tavola rotonda per una sessione della Global Fashion Agenda durante quale è stato reso pubblico il manifesto “CEO Agenda”.
Otto punti per una moda sostenibile
Il manifesto a favore di una moda più etica consiste in 8 obiettivi prioritari di sostenibilità e offre agli operatori del settore indicazioni precise su dove concentrare i propri sforzi.
I punti chiave sono: la tracciabilità dei fornitori; l’attenzione ai cambiamenti climatici; l’uso efficiente di energia, acqua e agenti chimici; il rispetto e la sicurezza degli ambienti di lavoro; l’economia circolare; il compimento della cosiddetta quarta rivoluzione industriale attraverso la smart manifacturing; l’utilizzo di materiali sostenibili e la promozione di sistemi salariali migliori.
Non solo pellicce
In relazione all’obiettivo “Utilizzo di materiali sostenibili”, vengono indicati come fattori positivi l’impegno – già assunto da un numero sempre crescente di aziende della moda – a rinunciare all’uso di pellicce animali in favore di materiali innovativi, oltre che le decisioni di alcuni governi di porre restrizioni nei confronti degli allevamenti che supportano ancora questo business. Ma non ci sono solo le pellicce: anche l’impiego di pelli di animali esotici e di piume presenta forti criticità.
Animal free fashion
Il manifesto è stato accolto con favore delle associazioni animaliste che da tempo si battono a favore di una moda più etica, tanto per l’ambiente e i lavoratori quanto per gli animali.
«È una buona notizia per noi che da sempre sosteniamo che l’unica moda sostenibile è quella completamente animal free, che fa ricorso a fibre, rinnovabili e non, naturali o realizzate dall’uomo, a basso impatto ambientale e che non derivano da alcuna forma di sfruttamento di animali, con tutte le implicazioni del caso in termini di diritti animali, loro salute, impatto ambientale – spiega la Lav –. Già nel 2015 abbiamo lanciato il progetto Animal Free Fashion che punta a valorizzare, attraverso un nostro rating etico e un marchio dedicato, l’impegno delle aziende moda nel non utilizzare materiali animali nelle proprie collezioni».
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