Mi capita spesso di leggere che le comunità rurali sono le principali responsabili del degrado delle foreste tropicali. La pressione sulle risorse forestali continua ad aumentare, questo è indubbio, però la storia è meno semplice di come viene raccontata. Esistono anche casi in cui le tradizioni e le credenze ancestrali hanno permesso di mantenere sorprendenti livelli di biodiversità e popolazioni vitali di specie minacciate di estinzione. Anzi, spesso è proprio l’abbandono di queste tradizioni che apre la strada all’uso insostenibile delle risorse naturali. Il Monkey Sanctuary di Boabeng-Fiema, nel centro del Ghana, è un esempio molto interessante di credenze ancestrali a servizio della salvaguardia della biodiversità.
Scimmie divine
Non è semplice risalire all’origine della tradizione che ha dato origine al Monkey Sanctuary, ma probabilmente ebbe inizio intorno al 1830, quando un oracolo spiegò alla gente della zona che le scimmie che vivevano nella vicina foresta erano discendenti dirette delle divinità e che andavano protette. Si tratta di due specie differenti di scimmie: il colobo velleroso (Colobus vellerosus) e il cercopiteco di Campbell (Cercopithecus campbelli lowey). Il colobo velleroso è classificato come vulnerabile nelle liste rosse dell’IUCN e non mi sarei certo aspettato di trovarlo ad un centinaio di metri da una zona abitata.
Piccoli furti e serene sepolture
Alcuni individui di cercopiteco di Campbell si spingono addirittura fin dentro le cucine delle case del villaggio in cerca di leccornie che non trovano nella foresta, gli abitanti lasciano fare senza troppe rimostranze.
Il rispetto delle comunità locali nei confronti delle scimmie è reale e profonda, al punto che le scimmie trovate morte vengono sepolte in una spianata vicino al bosco. Una targa commemorativa, che riporta il sesso della scimmia e la data di sepoltura, viene apposta sopra ogni tomba. Alcune delle targhe sono datate ai primi anni ottanta del novecento.
Una mano dall’ecoturismo
Proteggere le scimmie però non è sufficiente per proteggere l’intero ecosistema e, negli anni novanta, le pressioni sulla foresta sono aumentate a causa dell’espansione dell’agricoltura commerciale. Così, mentre il colobo velleroso e il cercopiteco di Campbell hanno continuato a godere di rispetto e protezione, il loro habitat era in pericolo. Per fortuna, proprio durante il periodo di maggiore pressione, ha iniziato a svilupparsi un piccolo indotto legato all’ecoturismo, che è andato crescendo con il passare degli anni. Oggi il Monkey Sanctuary di Boabeng Fiema è considerato una delle attrattive principali della regione, è stata aperta una guest house e un negozio di artigianato locale. Così proteggere l’ecosistema delle scimmie divine oggi è anche fonte di reddito per molti abitanti della comunità locale.
Foto: Massimiliano Sanfilippo
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