Nel corso dell’ultima stagione di caccia alla balena nelle acque dell’Oceano Antartico le navi giapponesi hanno ucciso complessivamente 333 balenottere minori: di queste ben 122 erano in stato di gravidanza.
La conferma è arrivata direttamente dalle pagine del report che gli studiosi nipponici hanno inviato alla IWC, la Commissione internazionale per la caccia alle balene, al termine di quello che è stato definito dai giapponesi come il “Nuovo programma di ricerca sulle balene nell’Oceano Antartico”.
La menzogna della ricerca scientifica
Secondo la comunità internazionale, questo documento rappresenterebbe l’ennesima conferma che in Giappone la caccia alla balena non è affatto compiuta per fini scientifici, come più volte ripetuto dalle istituzioni del Sol Levante, ma che si tratti piuttosto di una mera attività commerciale portata avanti per rispondere alla mai cessante domanda di carne di balena del mercato nazionale.
«Il fatto che nel 2018 i giapponesi si arroghino il diritto di praticare la caccia alla balena è un’infamia senza giustificazione – ha commentato duramente il WWF –. Balene, balenottere, megattere, sono tra gli animali più affascinanti del Pianeta; sono dotati di un’intensa vita sociale e di un sistema di comunicazione molto sviluppato. Massacrarli per un uso commestibile è un eccidio che dobbiamo contrastare con tutti i nostri mezzi».
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