Il corridoio autostradale Tirreno-Brennero non rispetta le prescrizioni contenute nella direttiva comunitaria “Habitat” a tutela della biodiversità e della Rete Natura 2000. La denuncia arriva dal WWF, da Legambiente e dalla Lipu – Birdlife Italia che, a riguardo, hanno inviato un dossier alla Commissione Europea.
Secondo le associazioni l’opera, che ha appena ottenuto l’approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, impatterà gravemente sulla biodiversità del luogo, territorio di interesse naturalistico e che ospita due siti della Rete Natura 2000 (i Sic-Zps “Area delle risorgive di Viarolo, bacini di Torrile, Golena del Po” e “Basso Taro”).
Di cosa si tratta
Il nuovo tratto sarà il raccordo tra l’autostrada A15 Cisa e l’A22 del Brennero. L’opera attraverserà l’Emilia Romagna (nella provincia di Parma) la Lombardia, (province di Cremona e Mantova) e la provincia di Verona, in Veneto.
Si tratta di un raccordo della lunghezza complessiva di 85 chilometri di cui 17,5 circa si snoderanno in Emilia Romagna, 52 km in Lombardia e 15,5 km in Veneto.
Quali sono i rischi
Il territorio lungo quale correrà il raccordo è quello tipico della Pianura Padana, caratterizzato da zone umide, filari e prati stabili.
Si tratta di ecosistemi particolarmente ricchi. Qui infatti, si trova la più importante colonia italiana di falco cuculo.
Inoltre, in questa zona vivono numerose specie nidificanti di uccelli di interesse comunitario e tipiche degli ambienti agricoli. Ma non solo: la zona è anche l’habitat di altri animali minacciati come, ad esempio, la cheppia – pesce che rischia l’estinzione – oltre che di rettili e anfibi.
L’opera distruggerà anche un prato stabile, un ambiente divenuto raro in tutta la Pianura.
«Le autorità competenti avrebbero dovuto quantomeno chiedere che venissero redatte nuove valutazioni di incidenza, non basandosi solo sugli studi compiuti 11 anni fa, se non addirittura esprimere da subito parere negativo all’attraversamento dei siti Natura 2000 da parte di un’opera simile senza le appropriate misure di mitigazione e di compensazione», hanno spiegato Legambiente, Lipu e Wwf.
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