Lo avevamo scritto lo scorso 25 gennaio nell’articolo “La terra dei fuochi… si sposta al Nord”: «La relazione finale della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti (commissione “Ecomafie”), a fronte del ripetersi di episodi di incendi in impianti di trattamento di rifiuti, di maggiore o minore gravità, la Commissione ha deciso di procedere a un approfondimento d’inchiesta su quello che ha assunto le dimensioni di un vero e proprio fenomeno nazionale.
Cosa dice la relazione della Commissione “Ecomafie”?
I dati più eclatanti sono: dal 2014 a oggi sono stati registrati oltre 250 incendi in impianti di trattamento di rifiuti; il 47,5% degli incendi è avvenuto nelle Regioni del Nord Italia».
L’ultimo episodio a Como
È successo il 7 febbraio a Bulgarograsso (Como).
In un’azienda che si occupa del trattamento di rifiuti speciali, Ecosfera, un’esplosione ha causato il ferimento di almeno una trentina di operai, 3 gravemente di cui uno ricoverato nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano. Alcune persone che stavano facendo la spesa in un vicino supermercato hanno accusato eruzioni cutanee e bruciori alla gola.
Il boato è stato violento ed è stato udito a chilometri di distanza. Oltre ai soccorsi, che hanno impegnato 10 squadre di pompieri, che sono riusciti a spegnere dopo due ore di lavoro, dodici ambulanze e l’elisoccorso, si è mobilitata anche l’Arpa regionale della Lombardia, che ha inviato un’unità di decontaminazione per il rischio chimico.
Infatti, il tipo di lavorazioni per il trattamento dei rifiuti speciali ha fatto temere il rischio di dispersione nell’atmosfera di sostanze tossiche. Ma i primi rilievi hanno, fortunatamente, escluso la dispersione di sostanze tossiche nell’atmosfera. Nell’aria sono stati rilevati solo vapori di acetato di etile, non particolarmente tossico. Il sindaco di Bulgarograsso, Giampaolo Cusini, ha annunciato che «non sussistono, al momento, rischi per la popolazione».
L’esplosione sembra essersi verificata in uno dei silos esterni in cui vengono lavorati i solventi, ma le cause non sono ancora state chiarite e sull’evento è stata aperta un’indagine della magistratura. Sotto osservazione le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e gli accertamenti tecnico-sanitari.
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