Uno studio, pubblicato oggi sulla rivista Current Biology e realizzato dal Pitt Rivers Museum e dalla Scuola di Archeologia dell’Università di Oxford,,ha analizzato un grande carico di avorio africano rinvenuto nel relitto di un antico naufragio avvenuto in Africa meridionale.
Con l’aiuto di tecniche scientifiche avanzate, i ricercatori hanno ricostruito in modo dettagliato la riduzione delle popolazioni di elefanti delle foreste dell’Africa occidentale (Loxodonta cyclotis), che vivevano in Africa quasi 500 anni fa, dovuto al commercio dell’avorio.
La nave Bom Jesus è andata perduta nel 1533 d.C. al largo delle coste della Namibia mentre era in viaggio verso l’India, il più antico naufragio scoperto in Africa meridionale. Parte della struttura della nave e oltre quaranta tonnellate del suo prezioso carico sono state recuperate intatte. Lingotti di rame, monete d’oro e d’argento e oltre 100 zanne di elefante.
Un team di esperti ha studiato le zanne per conoscere meglio gli elefanti che le portavano, prima che venissero uccisi per il loro avorio. Questo è il primo studio che combina metodi genetici, archeologici e storici, fornendo dettagli molto più dettagliati sull’origine, l’ecologia e la storia genetica di questi elefanti.
Gli scienziati hanno estratto dall’avorio il DNA per rintracciare la regione di origine e la storia familiare degli elefanti. L’analisi ha determinato che gli elefanti erano Loxodonta cyclotis, o elefanti delle foreste africane. Ulteriori sequenziamenti del DNA hanno fatto risalire gli elefanti all’Africa occidentale.
Un’altra sorpresa è stata che gli elefanti non vivevano nel profondo delle foreste, come la maggior parte degli elefanti oggi. L’esame degli elementi chimici delle zanne ha rivelato che questi elefanti vivevano nelle savane boscose.
«Sapere di più sugli ambienti storici in cui gli elefanti delle foreste hanno prosperato andrà a beneficio della conservazione della fauna selvatica oggi» ha detto il dottor Ashley Coutu, ricercatore del Pitt Rivers Museum.
La ricerca ha anche confermato la riduzione dei branchi di elefanti delle foreste dell’Africa occidentale negli ultimi 400 anni. Dall’analisi genetica risulta, infatti, che il carico proveniva da 17 stirpi familiari distinte. Di queste, solo 4 esistono ancora tra le moderne popolazioni di elefanti, mentre le altre sono andate perdute, principalmente a causa della caccia all’avorio nei secoli successivi.
Il commercio dell’avorio, che è continuato fino al XX secolo, ha devastato la popolazione di elefanti dell’Africa. Le stime suggeriscono che la popolazione si sia ridotta da 26 milioni di elefanti nel 1800 a meno di un milione oggi.
Nonostante il divieto entrato in vigore nel 1989, il commercio di avorio continua illegalmente e si stima che ogni anno in Africa vengano uccisi circa 20.000 elefanti.
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