Le nuove tecnologie aiutano a comprendere meglio la vita sociale del più grande predatore al mondo dotato di denti, il capodoglio.
Lo studio condotto dall’Oregon University nelle acque della Baja California e coordinato da un team capitanato da Ladd Irvine ha utilizzato sofisticati “Advanced Dive Behaviour” (Tag ADB), strumenti che applicati sul corpo dei cetacei hanno permesso ai ricercatori di raccogliere una mole di informazioni senza precedenti sui loro movimenti, la loro socializzazione e la loro dieta ma anche, e soprattutto, sul comportamento durante le immersioni.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Ecology and Evolution, hanno confermato, ad esempio, che quando un gruppo di capodogli viaggia, gli individui tendono a stare vicini ma quando arriva il momento di cacciare lo fanno da soli, al contrario di molti altri mammiferi terrestri e marini che formano gruppi sociali. Un’altra interessante scoperta riguarda le immersioni. I ricercatori hanno scoperto che questi cetacei fanno sei diversi tipi di immersioni: due superficiali e quattro profonde, quest’ultime legate alla ricerca di cibo. Le immersioni profonde a volte possono raggiungere la quota di 1500 metri e durare per più di 77 minuti.
Bruce Mate, direttore del Marine Mammal Institute dell’OSU e coautore dello studio ha dichiarato: «Il tag ADB è piuttosto rivoluzionario. Questa tecnologia ha reso le balene i nostri partner nell’acquisizione di dati per comprendere meglio le condizioni oceaniche e il cambiamento climatico. Ci mostra cosa fanno le balene sott’acqua; quando, dove e come si nutrono; quali temperature dell’acqua preferiscono; e come potrebbero essere influenzate dal passaggio di navi o altri rumori».
Il team americano ha svelato che le immersioni a grandi profondità sono più numerose rispetto a quello che si pensava e i ricercatori ipotizzano che i capodogli si tuffino nelle profondità degli abissi oltre che per cacciare le loro prede elettive (i calamari di Humboldt) anche altri pesci, come dimostrano le catture di grandi merluzzi neri nel mare del nord.
Le indagini condotte dai ricercatori americani nei mari della Baja California mostrano risvolti interessanti anche per quanto riguarda le relazioni di superficie, quando i capodogli non sono impegnati a cacciare. Infatti, circa il 30% del loro tempo verrebbe trascorso nei primi metri d’acqua a riposare e a socializzare.
Uno dei prossimi passi potrebbe essere scoprire quali informazioni si scambiano in superficie o se è puro relax.
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