di Lorenza Piretta
In questo periodo di restrizione della libertà di movimento gli amanti delle attività praticate all’aria aperta e della natura, quali sono i birdwatchers, sono stati sicuramente molto colpiti.
Sembra incredibile non poter frequentare laghi, paludi, fiumi, campagne e montagne, per non parlar delle risaie….nel loro periodo migliore! È un concetto nuovo al quale non eravamo abituati. Impossibilitati a scorazzare a piedi tra sentieri e rovi, sentire l’aria che scompiglia i capelli, il sole che ci scalda mentre cerchiamo di individuare la specie in migrazione, oppure mentre semplicemente ci meravigliamo osservando i voli e le acrobazie di rapaci e rondoni. È una privazione che fa soffrire, è l’evasione dalla routine quotidiana che rilassa e manca tantissimo. Sensazione percepita in maniera amplificata perché si tratta del periodo primaverile che per le osservazioni ornitologiche è la stagione migliore dell’anno.
Quando la passione non la fermi
Il popolo dei birdwatchers non si è fatto però intimidire e ha trovato un’alternativa per affrontare questa situazione senza abbandonare la propria passione. Non si può uscire? Allora annotiamo scrupolosamente quello che ognuno di noi può osservare “da casa”, poco o tanto che sia. Certamente vi sono abitazioni poste in località o in ambienti che offrono molto di più rispetto ad altre in fatto di varietà di specie osservabili, ma ognuno di noi guardando un fazzoletto di cielo e vedendo volare qualcosa si può sentire meglio, soprattutto se ha la possibilità di comunicare con altri appassionati e amici. Collegati tramite i canali mediatici e le chat instantanee, ormai comuni a tutti, ci si scambia informazioni ma ci si tiene anche buona compagnia.
Birdwatching dal balcone o dalla finestra a km zero
Con l’iniziativa lanciata e coordinata da EBN Italia durante periodo “Covid19” di censire tutte le specie che ognuno può avvistare da casa propria, battezzata “BWaKMZero”, la maggior parte dei birdwatchers italiani armata di binocoli, cannocchiali e macchine fotografiche si è messa ad osservare, riconoscere ed annotare tutte le specie di volatili che riusciva a contattare scrutando da balconi, finestre e giardini di tutto il territorio italiano dal Nord al Sud.
Ci sono state inattese sorprese con osservazioni di specie poco comuni che in periodo di “libertà” probabilmente sarebbero andate perse perché ricadenti in aree considerate poco interessanti o troppo urbanizzate, come per esempio un’Aquila reale vista in piena città a Milano. Per qualcuno è stata una vera e propria rivelazione scoprire che da casa propria ha potuto osservare un numero di specie considerevoli e talvolta anche insolite per il tipo di ambiente.
Grande successo anche per la 24 h a squadre
Durante il fine settimana del 25 e 26 aprile, inoltre, era programmata la tradizionale iniziativa di EBN Italia della “24 ore del Birdwatching”. Anche in questo caso non ci è lasciati intimidire e la competizione, che consiste nell’avvistare il maggior numero di specie durante 24 ore nella propria provincia in squadre da 3 o più persone, si è svolta regolarmente! In questo caso il regolamento imponeva che le squadre fossero composte esattamente da 3 partecipanti residenti nella stessa provincia, ognuno dalla propria abitazione, e si conteggiava il totale delle specie contattate.
La risposta è stata entusiastica con oltre 150 birdwatchers operativi sul territorio nazionale e, anche se alcune zone e abitazioni sono naturalmente più favorite come collocazione geografica o habitat, anche chi aveva meno probabilità di successo si è trovato coinvolto ed ha contribuito alla riuscita di questo evento, divertendosi insieme ai compagni.
Anche sotto il profilo ornitologico il risultato è stato davvero sorprendente sia qualitativamente che quantitativamente: oltre 3.000 dati sono stati raccolti tramite il portale Ubird con un totale di 136 specie avvistate, alcune molto interessanti.
Il fatto di poter condividere emozioni e solitudini con chi ha le stesse passioni comunque è stato di grande sostegno in questo periodo difficile e insolito. I canali di comunicazione hanno svolto un ruolo determinanante nel mantenimento di relazioni sociali “a distanza” e forse si è rivelato anche un modo per poterle approfondire, permettendoci di scoprire che dietro a quella piccola icona o “nickname” ci sono persone che amano, soffrono, gioiscono proprio come noi… insomma dei veri amici.
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