È più forte di tutte le persecuzioni, del bracconaggio, delle false leggende metropolitane che lo vogliono pericoloso e spietato, delle proposte di legge che ogni due per tre chiedono la sua testa: sì, dopo 200 anni di assenza il lupo italiano (Canis lupus italicus) è stato segnalato in Pianura Padana e precisamente nel territorio del Parco del Ticino, tra Boffalora e Magenta. Una notizia di eccezionale importanza, dicono dal parco, non solo per il lupo che potrebbe essere quindi in ulteriore espansione, ma anche per il parco stesso perché si conferma così un importate corridoio ecologico per questo mammifero oltre che per altre specie migratorie.
Il lupo in questione, “catturato” da un fototrappola a maggio, può quindi essere considerato un indicatore della qualità e integrità del territorio protetto che, evidentemente, offre tutto quello di cui l’animale ha bisogno: cibo, acqua, protezione e rifugio. Dalle prime analisi delle tracce raccolte è emerso che l’esemplare è una femmina, apparentemente solitaria, ma non è da escludere che abbia un compagno. Ulteriori indagini genetiche inoltre stabiliranno la sua provenienza, se cioè arriva dalla popolazione delle Alpi o da quella dell’Appennino. «Non sappiamo dove sia e se è una coppia – dice il direttore del Parco Claudio Peja – ma abbiamo istruito il nostro personale e i guardiaparco per monitorare al meglio il territorio in cerca delle sue possibili tracce in modo da capire, senza disturbarlo, come si sta muovendo. Il Parco, inoltre, ha attivato un accordo con l’Università di Pavia, la Bicocca e il Parco del Ticino Piemontese per rendere il lavoro sul territorio più efficace».
Una notizia, quella del lupo ticinese, che si porta dietro non poche preoccupazioni, non certo per la presenza di questo incredibile, adattabile e schivo predatore, quanto per l’ignoranza che ancora traspare su di lui. C’è persino qualcuno che associa il suo ritorno all’aumento del degrado della società odierna e chi ancora li accusa di mangiare i bambini. Date le vergognose dicerie sul suo conto e l’interesse che la notizia ha suscitato immediatamente tra i cacciatori è evidente che il primo timore non è certo per l’incolumità dell’uomo.
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