Il martin pescatore è stato una delle mie prime “prede fotografiche” (ahimè, tantissimi anni fa), quando iniziai a fotografare gli animali. Centinaia di diapositive allora, un migliaio di file oggi, eppure quando mi capita l’occasione non riesco a rinunciare a un’uscita per immortalarlo. È un soggetto abbastanza facile da riprendere e ne sono la prova le innumerevoli immagini postate in rete da molti appassionati, ma lo trovo talmente affascinante che ogni volta che arriva sul posatoio preparato a pochi metri da me riesco sempre a emozionarmi. D’altra parte, ciò che mi spinge a fotografare gli animali è la passione e, quindi, poco importa se certe situazioni fotografiche sono già note e ripetute all’infinito da altri. Diverse volte ho postato immagini di martin in questa rubrica e spero di non essere noioso. Anche stavolta è successo che nel mio girovagare per i canali della pianura, lontano dai circuiti turistici del delta del Po, la zona dove abito, un martin mi è sibilato vicino ed è andato a posarsi sul manufatto di una piccola chiavica che regola le acque da un canale all’altro. Non mi fu difficile osservare che quella postazione era la rampa di tuffi per il piccolo pescatore. La situazione era perfetta, perché non approfittarne? Ho piantato un posatoio in acqua, ho steso due teli tra le canne della riva e sono tornato il giorno dopo con lo stesso entusiasmo dei molti anni fa di cui parlavo prima. Il mio “amico” si fece un po’ desiderare, ma dopo un paio d’ore di attesa, il suo caratteristico trillo mi avvisò che stava per arrivare. Infatti dopo pochi secondi era sul trampolino che avevo preparato per lui. È stato divertente “aspettarlo” dopo il tuffo mentre tornava sul posatoio con il pesce.
Come è stata scattata la foto
Tolto l’autofocus, ho focheggiato sul paletto tenendo fissa l’inquadratura, scattando ovviamente a raffica quando il martin emergeva dall’acqua. I tempi di scatto di questa foto sono: 1/8000 sec; f/5,6; 3200 ISO. Ho usato fotocamera Nikon D500 e obiettivo Nikon 300 mm f/2,8.
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