L’Università di Pisa ha condotto le analisi sul basilico coltivato nell’Orto di Nemo, le biosfere sottomarine a largo delle coste liguri, e ha scoperto che le piantine aromatiche che crescono in fondo al mare hanno molte più proprietà di quelle coltivate sulla terra.
Il basilico coltivato nelle biosfere sottomarine, infatti, non solo è più verde e aromatico, ma ha anche una maggiore concentrazione di sostanze antiossidanti rispetto a quello che cresce sulla terraferma.
Un concentrato di proprietà
Dalla analisi condotte dai ricercatori dell’ateneo toscano è emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di polifenoli e di pigmenti fotosintetici, necessari per catturare meglio la minor luce che le piante ricevono in fondo al mare.
È inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese.
«Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari – ha spiegato la professoressa Luisa Pistelli del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa –. Il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali da tre punti di vista: quello fisiologico, quello chimico e quello morfologico».
Una nuova concezione di agricoltura
L’obiettivo dei ricercatori è quello di studiare un sistema alternativo di agricoltura da esportare in tutte quelle aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo.
L’Orto di Nemo è composto da biosfere di metacrilato che sono state immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli, al largo delle coste liguri. Queste serre sottomarine sono delle specie di mongolfiere trasparenti dove possono crescere, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piantine.
Riempite di aria, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore spingendo l’acqua sotto, sono strutture ecologiche che non inquinano e non danneggiano il mare.
Si tratta, inoltre, di serre autosostenibili, dal momento che si alimentano con energia rinnovabile e, per quanto riguarda l’irrigazione, utilizzano che l’acqua marina che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante.
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