La Commissione Europea ha deferito la Polonia alla Corte di Giustizia in Lussemburgo per aver infranto le regole UE a tutela dell’ambiente con le attività estrattive dello shale gas. L’azione europea recepisce così le denunce degli attivisti ambientalisti, portate all’attenzione dell’opinione pubblica del continente durante le manifestazioni in difesa della foresta di Bialowieza, ciò che resta dell’immensa foresta che migliaia di anni fa si estendeva su tutta Europa e che oggi è un sito Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e Riserva della biosfera.
Le leggi polacche, infatti, richiedono la valutazione dei rischi ambientali solo per le perforazioni che superino i 5.000 metri di profondità, mentre le leggi europee di tutela dell’ambiente rendono obbligatoria la verifica dell’impatto su acqua, qualità dell’aria e biodiversità anche per le attività estrattive molto meno profonde, 1.000 m, in caso di miniere e di estrazione del gas di scisto (il famigerato shale gas).
Oltre che per le attività estrattive, gli ambientalisti sono allarmati per la crescente attività di disboscamento nella foresta di Bialowieza e chiedono alla Commissione Europea di fare controlli anche su questo fronte.
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