In Brasile 10 indigeni sono stati fatti a pezzi dai cercatori d’oro. Li hanno massacrati a sangue freddo senza alcuna pietà, dopo aver fatto irruzione nelle loro terre incontaminate alla ricerca del prezioso metallo.
Ma c’è di più: i minatori si sarebbero vantati in un bar di aver fatto a pezzi gli indigeni, aggiungendo anche dettagli cruenti sulla loro morte. È stato questo che ha dato il via alle indagini, alle quali ora è al lavoro il procuratore Pablo Luz de Beltrand.
Il fatto
La carneficina è avvenuta nell’estremo nord del Brasile, al confine con la Colombia e all’interno della Vale do Javari, una delle più grandi riserve indigene del Paese. Secondo i primi dati raccolti dagli investigatori, i 10 indigeni uccisi non erano mai venuti in contatto con l’uomo bianco prima di allora e i loro corpi, dopo esser stati fatti a pezzi, sarebbero stati poi gettati in un fiume.
Funai, l’associazione locale che si occupa della tutela delle popolazioni native, ha riferito che in quella zona dovrebbero abitare una ventina delle 103 tribù indigene presenti in Brasile. Tuttavia, a causa degli scarsi contatti esistenti al di fuori delle tribù, non è dato sapere con precisione a quale gruppo appartenessero le persone massacrate.
I precedenti
Un caso del tutto simile si era registrato anche a febbraio. Secondo Funai, infatti, anche in quell’occasione alcuni membri delle tribù locali erano stati uccisi dagli avventurieri.
Lo scorso anno, a novembre, le parti si sono invece invertite: per difendere i propri territori, alcuni membri della tribù Yanomami avevano ucciso sei cercatori d’oro.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com