Una sagoma a forma di falce si perde nel cielo terso dell’estate Mediterranea. Siamo nell’Isola di Salina, nel cuore dell’arcipelago delle Eolie, e quello che volteggia lassù, sopra le coste rocciose, è un falco della Regina (Falco eleonorae).
Si tratta di uno dei rapaci più rari al mondo e l’isola siciliana rappresenta uno dei più importanti territori per questa specie.
Un falco reale
L’Eleonora che ha dato il nome al falco è Eleonora d’Arborea, legislatrice sarda del XIV secolo, che vietò la caccia a questi rapaci nella regione. Si tratta di uno dei primi casi documentati di protezione di una specie animale, il primo in Italia.
Stranamente solo in italiano il nome comune fa riferimento alla “regina”, mentre in tutte le altre lingue si parla sempre di Eleonora.
Due terzi della popolazione mondiale di questo magnifico rapace (circa 15.000 coppie, secondo Birdlife international) visita le isole della Grecia per riprodursi, ma anche l’Italia – in particolare Sicilia e Sardegna – ospita in estate centinaia di individui (forse 500 coppie).
Sono, infatti, tre i siti di nidificazione in Italia: oltre alle isole Eolie, si ricorda l’altro arcipelago siciliano delle isole Pelagie (Linosa e Lampedusa) e l’isola sarda di San Pietro, vicino a Carloforte.
La caccia comincia alla fine dell’estate
Visitatore estivo delle Isole mediterranee, si riproduce solo qui, nutrendosi dei piccoli uccelli migratori che si spostano lungo i litorali.
Le prede sono abbondanti, ma c’è un problema: il transito di primavera è troppo precoce perché i rapaci possano sfruttarlo per alimentare i propri piccoli al nido, quindi devono attendere la migrazione tardo-estiva e autunnale, quella dei mesi di agosto e settembre, assicurandosi così cibo a sufficienza per i giovani.
In estate, quindi, i falchi di Salina sono nel pieno dell’attività. Prima di agosto si incontrano un po’ in tutta l’isola perché più che altro si alimentano di insetti, soprattutto libellule, coleotteri e cavallette, che costituiscono anche una grossa parte della loro dieta in Africa. Ma sul finire dell’estate comincia la vera caccia.
La squadriglia in azione
Diversi individui si dispongono lungo una linea, a circa un chilometro di altezza, almeno a un centinaio di metri l’uno dall’altro. Rimangono quasi fermi in aria, librandosi controvento. Grazie alla vista acuta, di gran lunga migliore della nostra, individuano i piccoli uccelli in arrivo a bassa quota sul mare e si lasciano cadere dall’alto, scendendo in picchiata.
Per i bersagli, stremati dal lungo tragitto, non è facile accorgersi dell’attacco e molti vengono catturati. È stato calcolato che ogni famiglia di falchi – una coppia di adulti con 2-3 piccoli – consuma circa 15 chili di uccelli a stagione (di solito tra i 10 e i 30 grammi a preda), catturando diversi volatili ogni giorno.
Nella seconda parte del viaggio vi porteremo sul sentiero dell’isola di Salina che conduce nel posto migliore per avvistare questa splendida specie, senza arrecarle alcun disturbo.
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