Si è parlato molto della legge francese che, letteralmente, “penalizza” lo spreco alimentare obbligando per legge i supermercati (quelli sopra i 400 mq) a donare le eccedenze.
Forse non tutti sanno che in Italia, dal 2003, c’è già una legge detta del Buon Samaritano (L.155/03) che rende possibile e regolamenta la donazione di cibo fresco e cucinato alle associazioni Onlus. A promuoverla furono una signora comasca, Cecilia Canepa, e la Fondazione Banco Alimentare onlus: da allora, la rete Banco Alimentare recupera e ridistribuisce a 8.100 strutture di assistenza e carità tanto cibo ancora buono.
Solo nel 2014, la Rete dei Banchi alimentari italiani ha “salvato” dai bidoni della spazzatura 40.767 tonnellate di alimenti e 1.043.000 porzioni di cibi cucinati e non serviti dalla ristorazione organizzata. E i banchi non sono certo l’unica realtà associativa che si impegna in questo settore: ogni anno nel nostro paese sono 500mila le tonnellate di alimenti che vengono recuperate.
Ma si può fare di più e infatti ai primi di marzo dovrebbe essere discusso in Parlamento il testo base, già pronto, di una legge presentata dalla deputata Maria Chiara Gadda che, invece di punire chi non si impegnerà contro lo spreco come in Francia, intende introdurre il concetto di premialità per chi vuole donare il cibo in eccesso, oltre a semplificare le donazioni, eliminare la burocrazia e ampliare le categorie dei soggetti che possono beneficiare delle donazioni.
Il nome della nuova legge circola già, “Sprecozero”, e l’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare i quantitativi recuperati, arrivando a 1 milione di tonnellate all’anno.
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