È stato ufficialmente pubblicato il “Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”, introdotto da un emendamento all’ultima Legge di Bilancio, previsto dall’art. 19 ter della L. 157/92, con un decreto del Ministro dell’Ambiente, varato di concerto con il ministro dell’Agricoltura.
Secondo le associazioni animaliste, il provvedimento di fatto consente ai cacciatori di sparare a qualsiasi specie di animale selvatico, anche nei Parchi e nelle città.
Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sotto questo nome tecnico e altisonante si nasconde semplicemente un’aberrazione che provocherà danni incalcolabili. Si tratta del Decreto che mette in atto l’emendamento che consentirà di sparare a tutti gli animali selvatici in qualunque posto.
Il decreto – spiega l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) – autorizza le Regioni ad ammazzare gli animali con ogni mezzo possibile: reti, fucili laser, richiami vivi, animali impagliati, persino l’arco. Il piano non riguarda solo i cinghiali, ma ogni specie selvatica arbitrariamente ritenuta “pericolosa”, anche se non è chiaro in base a quali criteri scientifici e per quale motivo. Per questo il Piano infligge un colpo mortale alla nostra biodiversità.
Potranno essere ammazzati anche i cani. Il punto 5, infatti, stabilisce che i cacciatori e i contractor potranno uccidere persino “forme ibride presenti in natura”, vale a dire gli “ibridi cane lupo”, che non sono ibridi ma cani meticci. Dunque, cani.
LNDC Animal Protection ha già raccolto oltre 65mila firme con questa petizione, ma chiede di fare di più affinché le Regioni non attuino questo Piano.
«Si chiama Piano Straordinario, ma l’unica cosa straordinaria è la assoluta inciviltà e barbarie di una norma di questo genere. Con questo provvedimento, il Governo ha emesso una vera e propria dichiarazione di guerra alla fauna selvatica, stravolgendo la legge sulla caccia che era già fin troppo permissiva nei confronti dei cacciatori» commenta Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection.
Un’altra aberrazione di questa nuova norma è che non saranno soltanto i cacciatori, già fin troppo numerosi, a poter colpire la fauna selvatica ma, frequentando appositi corsi, anche “società private, ditte specializzate o operatori professionali, cooperative e singoli professionisti”.
«L’unica speranza ora è che le Regioni non attuino questo Piano totalmente privo di buon senso e di logica e per questo continueremo a chiedere a tutti i nostri sostenitori di firmare e condividere la nostra petizione» conclude Rosati.
«All’Esecutivo non interessa fare prevenzione e non interessa neanche migliorare la convivenza con la fauna. Il vero obiettivo del governo è illustrato dal punto 3.1.13 che prevede la commercializzazione su vasta scala della carne degli animali selvatici, da conferire a degli appositi centri di lavorazione della selvaggina» denuncia Enpa.
Un Parco in “prima linea”
L’Ente Parco nazionale del Gargano in applicazione del PRIU – Piano Regionale di Interventi Urgenti – per la gestione e l’eradicazione della peste suina africana, voluto dal Commissario straordinario di Governo alla Peste Suina Africana, e approvato dalla Regione Puglia, ha pubblicato il Bando per la selezione di “selecontrollori” da inserire nel suo Albo dei soggetti coadiutori ai piani di controllo e abbattimento dei cinghiali.
Il Bando rientra nelle azioni urgenti per affrontare i sempre più ingenti danni provocati alle attività economiche – nello specifico agro-zootecniche – che operano in area protetta in condizioni di sempre maggiore criticità a causa degli attacchi dei cinghiali.
«La formazione dell’Albo di figure specializzate ci permetterà, oltre che di allinearci alle direttive emergenziali obbligatorie in tema di peste suina, di dare finalmente risposte concrete alle esigenze del territorio. Ogni giorno giungono all’Ente parco segnalazioni e denunce di devastanti attacchi di cinghiali che gravemente minano la redditività delle imprese e l’economia del territorio» ha commentato il Presidente Pasquale Pazienza.
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