Walt Disney ce l’ha disegnata e descritta come un animale stupido e cattivo a causa della sua dieta composta anche da carcasse e della sua vocalizzazione che ci ricorda una risata acuta e beffarda. Ma la iena è uno degli animali più affascinanti della savana africana!
Purtroppo la specie ha una reputazione negativa, sia nella cultura occidentale, sia nel folklore africano. Dagli uni vista come un animale codardo e malvagio, dagli altri considerata una creatura avara, golosa e poco intelligente, ma allo stesso tempo pericolosa.
Il ramo dell’IUCN dedicato alla salvaguardia delle iene identifica questi pregiudizi come pericolosi per la sopravvivenza della specie stessa.
E poi c’è quella postura particolare, che la fa considerare brutta e ostile.
Ma perché le iene hanno questa camminata strana?
Perché hanno le zampe posteriori più corte. La schiena è quindi inclinata e per funzionalità anatomiche, questo permette alle iene di correre lunghe distanze alla stessa velocità senza mai stancarsi. Allo stesso tempo riescono a trasportare carcasse anche molto pesanti senza un’eccessiva perdita di energia, ma non possono correre veloce e spesso vengono seminate dalle prede stesse, proprio durante la corsa.
L’esatto opposto del ghepardo, che può accelerare da 0 a 70 km orari in 2 secondi. Corre velocissimo, ma non ha resistenza.
Un sistema sociale complesso
La iena maculata (Crocuta crocuta) è un carnivoro indigeno dell’Africa subsahariana. Viene classificata dalla IUCN tra le specie a rischio minimo, dato che ha un vastissimo areale e una popolazione calcolata tra 30 ed i 50 mila individui.
Nell’ordine dei carnivori è la specie più sociale, avendo gruppi composti dal maggior numero di membri e i comportamenti più complessi.
Il sistema sociale della iena, però, è più competitivo che cooperativo: l’accesso al cibo e l’opportunità di accoppiarsi dipendono dall’abilità di dominare gli altri membri del gruppo. Le femmine curano solo i propri cuccioli e i maschi non si occupano delle cure parentali. Vivono in gruppi grandi e stabili che possono includere fino a 100 individui e riescono a distinguere ogni singolo membro del gruppo, discriminando parenti materni e paterni.
Sono anche esigenti riguardo ai loro amici e formano legami stretti solo con membri specifici: gli amici dei loro amici, secondo quanto riferito da uno studio del 2015 pubblicato su Ecology Letters. Ed è questa capacità di formare amicizie durature, che permette di mantenere la struttura sociale stabile e coesa.
Una femmina… con gli attibuti
Le iene hanno una società matriarcale: comandano le femmine. Anzi, comanda una femmina su tutto il gruppo.
Una delle caratteristiche più interessanti della iena è il fatto che i genitali della femmina assomigliano molto a quelli del maschio, poiché questa non possiede un’apertura vaginale: le labia sono fuse insieme formando uno pseudo-scroto mentre il clitoride ha pressoché la stessa forma di un pene, capace di erezione. Lo pseudo-pene – attraversato da un canale urogenitale con cui la femmina orina, si accoppia e partorisce – è dovuto alla presenza di alti livelli di androgeni prima e dopo la nascita.
Alti livelli di androgeni sono stati osservati nella seconda metà della gestazione, il che potrebbe essere ricondotto alla causa della mascolinizzazione delle femmine. I livelli di androgeni post-natali sono più alti nelle femmine che nei maschi, il che fa pensare alla correlazione tra questo e l’aggressività/dominanza della femmina rispetto al maschio.
Guerra fratricida
A proposito di aggressività. Le iene maculate hanno due mammelle, ma partoriscono 2/3 piccoli alla volta. Questo fa sì che la mamma non potrà allattare tutti e tre i cuccioli e quindi dovrà decidere chi far sopravvivere. Come decide? Essendo una società matriarcale, la mamma darà la precedenza alle figlie femmine, per cui se i cuccioli dovessero essere due femmine e un maschio quest’ultimo non verrà nutrito e saranno portate alla crescita solo le due femmine. Quest’ultime, però, inizieranno una guerra già da appena nate che sfocerà in un fratricidio: la sorella più forte ucciderà l’altra, rimanendo in questo modo l’unica erede della famiglia e quindi l’unica futura matriarca.
Nel caso nascessero due maschi e una femmina, invece, la mamma porterà alla morte il fratello maschio più debole, non nutrendolo e lasciando, quindi, in vita solo un maschio e una femmina. A questo punto, proprio come succede nelle api con l’ape regina, la figlia femmina verrà nutrita maggiormente per essere più grande e forte dei maschi. E questo avviene in modo del tutto innato: il maschio si posizionerà tra le zampe posteriori della madre, dove il flusso di latte è minore, mentre la sorella si collocherà tra le zampe anteriori e quelle posteriori, ricevendo più latte.
Insomma, una vera lotta al trono, per la regina indiscussa della savana. Una regina da conoscere per proteggere e salvaguardare nel suo magnifico ruolo ecosistemico.
Fonte: “Beat About the Bush: Mammals” di Carnaby Trevor
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