Sul finire d’agosto in montagna le vacanze procedevano. Le giornate, belle o brutte che fossero, erano piene di cose da fare e, anche se non fosse stato così, l’ozio era piacevole e costruttivo. Come ogni mattina aprendo gli scuri il sole abbacinava improvvisamente gli occhi, l’aria era fresca e profumata ed il Monte Bianco, come una star sul palcoscenico, brillava staccandosi dal fondovalle. Tutti gli anni però, regolarmente, ci si svegliava una mattina e qualcosa era cambiato: l’aria odorava diversamente (quasi di legna affumicata), il contrasto tra la neve ed il blu del cielo era più evidente e la luce aveva acquistato la tonalità del miele. Nessun dubbio: l’autunno stava per cominciare.
L’autunno è, a mio parere, la stagione più bella. Perché è in autunno che l’anno comincia per davvero. E dal mood spensierato dell’estate, ritemprati dal riposo, si passa a uno stato di tensione creativa, di massima energia potenziale: si fanno progetti, s’impostano gli impegni, si ripensa all’arredamento, al proprio benessere, si fanno buoni propositi. Insomma, ci si rinnova un po’ la vita.
Va da sé che queste sensazioni positive agivano da blando anestetico rispetto alla leggera malinconia che la fine delle vacanze porta con sé.
Insomma, c’erano cose belle da fare anche in città! E comunque mancava ancora un ultimo rito da fare prima di partire, che chiudeva definitivamente la stagione estiva: la cena al famoso ristorante in Valle il cui menu conteneva già pietanze spiccatamente autunnali! Ovviamente lì ci si scatenava, anche perché il prezzo fisso spingeva la psiche di alcuni soggetti deboli (di cui io faccio sicuramente parte!) a mangiare come se non ci fosse stato un domani. Il menu, tipicamente valdostano con contaminazioni piemontesi, era incredibilmente vario. Il palato passava dall’acidulo dell’ insalata di mele alla rotondità del prosciutto lessato e servito caldo con cavoli e patate, dalla raffinatezza delle mandorle sul pesce al carattere deciso delle acciughe in bagna caoda ed al naÏf nord europeo della fondue. Ma, alla fine, si può ben dire che “spiccava” sopra a tutto il montebianco, tipico dessert della zona. L’originale è un dessert al cucchiaio a base di castagne lessate e panna montata, ma quello che io preferisco è una versione più estiva e più semplice da eseguire che mantiene pur sempre gli stessi sapori. Consiste in una vera e propria montagna di gelato ricoperto da miele, castagne e cioccolata calda. Dopodiché, dal punto di vista energetico, si è indubbiamente pronti per affrontare un nuovo anno!
Montebianco (versione estiva)
Ingredienti
Occorrente per 4 persone.
300 g di castagne
500 ml latte intero, fresco
Sale
Zucchero
Una stecca di vaniglina
Gelato ai gusti crema (a volontà)
Cioccolato fondente
Preparazione
Lessate le castagne nell’ acqua leggermente salata. Un minuto prima che la cottura sia completa (quando le castagne avranno ancora un fondo di sapore di “crudo”) scolatele e passatele sotto l’acqua fredda, in modo da togliete loro la pellicola più facilmente. Rimettetele poi in una casseruola, copritele con il latte (un bicchiere abbondante), aggiungete la vaniglina, un cucchiaio di zucchero e lasciatele bollire fino a quando saranno tenere ma non spappolate. Scolate e tenetele al caldo un una fondina coperta con della pellicola in cui avrete praticato dei forellini per evitare la troppa condensa.
Sciogliete il cioccolato fondente nel restante latte ed aggiungete zucchero a piacere. Lasciate sobbollire fino a una consistenza leggermente più liquida di una cioccolata da tazza, facendo attenzione che il composto non attacchi sul fondo della casseruola. Lasciatela raffreddare.
Al momento di servire il dessert disponete il gelato a piramide (o sarebbe meglio dire a montagna!) su un piatto di portata. Contornate la base con le castagne più belle, e rompete le restanti in piccoli pezzettini, a mo’ di granella. Togliete la pellicola che si sarà formata sulla cioccolata e, tiepida, versatela sul gelato partendo dall’apice della piramide. Guarnite infine con la granella di castagne e portate in tavola. Qualcuno gradisce aggiungere del miele liquido a colata sotto al cioccolato, ma l’incontro tra miele ed il gelato freddo solidifica il miele e gli conferisce una consistenza che si amalgama con difficoltà al gelato ed al cioccolato.
Questo dolce può essere poi servito in ciotoline oppure consumato da tutti i commensali direttamente dal piatto di portata, con un cucchiaino.
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