L’autopsia ha confermato che la tragica morte di Simona Cavallaro, avvenuta in località Monte Fiorino in Calabria, è stata provocata da un gruppo di cani che erano preposti alla sorveglianza di un gregge di animali al pascolo. Un episodio accaduto in assenza di persone che potessero vigilare sugli animali al pascolo e sui cani da guardiania. Una presenza, quella dei cani, che non risultava essere segnalata da tabelle che quasi ovunque avvertono gli escursionisti sulla presenza dei cani da guardiania, fornendo indicazioni sulle modalità di comportamento per chi si avvicina ai luoghi di pascolo.
In questo modo, a causa dell‘incuria del proprietario degli animali, ha perso tragicamente la vita una ragazza di vent’anni, mentre si è salvato il fidanzato che l’accompagnava e che ha dato l’allarme. Quando sul posto sono arrivati Carabinieri e la Polizia Locale per la ragazza non c’era più nulla da fare.
Le indagini hanno successivamente consentito di identificare il proprietario degli ovini e dei cani, che è stato indagato dai Carabinieri della locale compagnia.
Un episodio avvenuto in una regione come la Calabria, già al centro di aspre critiche per la gestione del randagismo e per gli scarsi controlli effettuati su tutte le questioni che riguardano gli animali. Ora dopo la tragedia sono molte le voci delle associazioni di protezione degli animali che definiscono questa morte intollerabile, addebitando le responsabilità dell’accaduto in capo alle istituzioni, che avrebbero l’obbligo di garantire la sicurezza dei cittadini e il benessere degli animali. Per questo il Codacons ha presentato una denuncia nei confronti del sindaco di Satriano, comune in cui è avvenuto il fatto, al fine di far accertare dagli inquirenti le responsabilità del primo cittadino e dell’amministrazione.
La mancata gestione degli animali, lasciati al pascolo senza alcun controllo se non quello garantito dai cani posti a protezione del gregge, costituisce una grave responsabilità che viene addebitata all’allevatore. Qualcosa sembra non aver funzionato anche nel settore della vigilanza sanitaria e sul benessere degli animali, considerando che nemmeno i servizi veterinari sono stati in grado di sapere quanti cani vigilassero sul gregge, nonostante l’obbligo di iscrizione nelle anagrafi e il fatto che l’attività di allevamento sia oggetto di accertamenti e verifiche. Dei dodici cani catturati dopo l’aggressione solo uno è risultato essere regolarmente dotato di microchip e iscritto in anagrafe canina.
La Calabria risulta essere una delle peggiori regioni del paese nella gestione del randagismo, tanto che i servizi regionali non sono stati in grado di fornire dati per il 2020 al Ministero della Salute, nonostante l’obbligo previsto dalla legge 281/91. La mancata gestione del problema coinvolge anche i cani da guardiania, che non vengono sterilizzati e restano liberi di vagare sul territorio contribuendo ad alimentare il randagismo, con accoppiamenti indesiderati con i tantissimi cani randagi vaganti sul territorio calabrese.
La Calabria è stata più volte al centro di inchieste giudiziarie anche per le modalità di custodia dei randagi nei canili, spesso gestiti da soggetti criminali, ma anche per le erogazioni dei fondi comunitari a sostegno dell’agricoltura. Sono proprio i fondi europei a far gola ai soggetti che si improvvisano allevatori di animali, per poi lasciarli, come spesso accade, al pascolo senza controlli, mentre i proprietari stanno svolgendo altre attività economiche. Ora gli inquirenti dovranno accertare le responsabilità delle persone coinvolte nella mancata gestione degli animali e quelle delle amministrazioni pubbliche, per valutare se abbiano omesso di effettuare i previsti controlli.
Una vicenda tragica questa di Simona, che in questo momento pone tutti di fronte a una sola certezza: la morte di una giovane ragazza, responsabile soltanto di essere voluta andare per boschi. Un episodio che non può essere considerato al pari di una disgrazia, ma sul quale occorre indagare per far luce sulle eventuali omissioni, quelle che hanno portato a questo incredibile epilogo.
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