C’è un traffico più pericoloso di quello dell’avorio la cui rotta punta ancora una volta verso la Cina.
Si tratta del commercio di pelli di elefante, traffico illecito che pare non conoscere crisi e che, anzi, aumenta di anno in anno.
Dove si concentrano i traffici
L’allarme è stato lanciato dall’associazione ambientalista britannica Elephant Family che ha redatto un report sul fenomeno.
Si scopre così che le aree maggiormente interessante sono quella della Birmania, seguite da Laos, Thailandia e Malesia.
In queste zone i bracconieri vanno a caccia di elefanti da scuoiare: neppure gli individui più giovani sono risparmiati e, solo lo scorso anno, al confine tra Thailandia e Laos sono state rinvenute 59 carcasse di elefante.
Hobby e medicina tradizionale
A mantenere alta la richiesta sono due fronti: il primo è quello della medicina tradizionale cinese che attribuisce alla pelle essiccata dei pachidermi effetti benefici per stomaco ed epidermide.
C’è poi il mercato dei gioielli e del collezionismo. In Cina, per le classi medie, collezionare parti di animali esotici è considerato un vero e proprio status symbol che accresce il prestigio sociale.
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