Il fiume Aniene è l’affluente più importante del fiume Tevere: sorge sul Monte Tarino, nei monti Simbruini, a 1200 metri di quota e, dopo una corsa di 99 chilometri, si congiunge al Tevere.
L’Aniene offre spettacoli davvero unici. Attraversando strette valli calcaree crea, soprattutto nel primo tratto del suo corso, gole strette e profonde (sedi di numerosi microhabitat) sormontate da piccoli borghi in quota. Lo scenario cambia verso Roviano, dove la valle si fa più ampia, per poi rinserrarsi nuovamente poco prima di Tivoli, in profonde forre e creando numerosi salti e cascate. Giunto, infine, nella campagna romana continua il suo scorrere con ampi meandri fino al Biondo Tevere.
La Riserva naturale valle dell’Aniene è un’area protetta della Regione Lazio che copre circa 650 ettari nel tratto urbano del fiume, dal G.R.A. fino alla confluenza con il Tevere nel quadrante Nord-Est della Capitale. Il territorio è quello della classica pianura alluvionale con un percorso a meandri che taglia alcuni dei quartieri più densamente popolati della città. Nonostante il grande impatto antropico, l’istituzione di questa riserva in area urbana ha permesso di preservare un capitale naturale molto importante per la città eterna, contribuendo ad arricchire la biodiversità cittadina che già sfiora gli standard europei più alti.
Infatti, nella riserva si possono ritrovare numerosi querceti di Farnie, Cerri, Roverelle e Farnetti, non mancano poi Olmi, Salici bianchi, Pioppi e Frassini e, lungo le sue sponde, le tife (Typha latifolia), i cui fiori si possono ammirare tra luglio e dicembre, e le Cannucce di palude. Nel parco sono poi presenti numerosi pratoni con le specie eterofite più disparate fra cui menzioniamo il Gigaro (Pan di sepe), la Camomilla, la Malva, la velenosissima Cicuta, e nelle zone più umide la Menta acquatica. Nelle acque del fiume c’è anche una cospicua presenza di gamberi e di granchio di fiume che, come si sa, prediligono acque pulite e quindi ci confermano il buono stato di salute di queste acque.
Nella Riserva è possibile percorrere due sentieri principali: Il sentiero “Fiume Porta” e il sentiero “Cervelletta”. Entrambi permettono di osservare i biomi caratteristici di questo habitat unico e con una relativa facilità, visto che non sono troppo impegnativi fisicamente; il mio consiglio verte sul secondo, perché si addentra meglio anche nelle zone umide dove è possibile osservare una maggior varietà di specie vegetali e animali.
Il Ponte Nomentano
Come sempre, parlando di Roma, non può mancare un riferimento storico. I punti di maggiore interesse, da questo punto di vista, sono i Mausolei presso Piazza Menenio Agrippa, il Castello della Cervelletta, Ponte Salario e Ponte Nomentano.
Per quanto mi riguarda sono rimasto completamente incantato dal Ponte nomentano, uno dei punti più affascinanti della Riserva, e… in piena città! Il suo fascino ha colpito da sempre numerosi artisti del passato e odierni che gli hanno dedicatoi numerosi quadri e litografie.
Il Ponte ha origine antichissime in quanto fu edificato dai romani agli inizi del primo secolo a.C., nel punto in cui la via Nomentana superava il fiume Aniene. La sua struttura attuale si deve, però, a Papa Niccolò V (1447-1455), ricordato con uno stemma che affaccia sulla parte del Ponte rivolta verso Roma. Oggi, fortunatamente, è interrotto al traffico veicolare ed è possibile ammirare la sua bellezza e toccare con mano queste mura ricche di storia.
Non sono un pittore, ma un ambientalista, nonostante ciò, spero di avervi dipinto comunque questo posto straordinario stimolando la vostra immaginazione.
Gambe in spalla e buona passeggiata!
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