Qualcuno dice che la diminuzione degli anfibi è in larga parte dovuta alla predazione degli aironi, sempre più presenti lungo i corsi d’acqua delle campagne. In realtà non è così, e gli anfibi sono diminuiti soprattutto per l’uso sconsiderato dei pesticidi agricoli e per la diminuzione degli ambienti umidi. Ovviamente la predazione è un fattore importante che incide con una certa percentuale sulla popolazione degli anfibi e in particolar modo delle rane. In un ambiente integro, però, i predatori non hanno mai il sopravvento sulle loro prede, anche perché la scomparsa di una fonte di cibo inciderebbe negativamente anche sui predatori stessi. A proposito di predazione vi racconto un fatto a cui ho assistito alcune estati fa in uno stagno della pianura padana. L’ampio stagno, ricco di pesci, rane e insetti aveva richiamato diverse specie di ardeidi, che si litigavano i posatoi sull’acqua e i posti migliori di pesca lungo le basse rive. Dal capanno fotografico osservavo l’evolversi delle loro battute di caccia e ho notato che le garzette pescavano soprattutto pesciolini, gli aironi cenerini prendevano rane e pesci, piccoli e grandi, mentre le sgarze ciuffetto estraevano dall’acqua bassa larve d’insetti e catturavano libellule arpionandole con il becco quando esse si posavano sugli steli delle canne. Le sgarze, inoltre estraevano con sorprendente abilità i grillotalpa che, non so come, riuscivano a localizzare appena sotto la superficie del terreno umido della riva. Una sgarza in particolare sembrava, invece, interessata solo alle rane e per tutto il periodo che sono rimasto nel capanno, ho avuto modo di vedere che la sua attenzione era proprio focalizzata su questi anfibi. Intorno al posatoio dove essa stava, riuscivo a notare che l’acqua s’increspava per la presenza di numerosi pesciolini (penso gambusie), eppure la sgarza non ha mai fatto cenno di ghermire i piccoli pinnuti. La golosona non perdeva di vista il movimento delle rane e appena qualcuna tradiva la presenza anche con lenti movimenti, finiva nel suo becco. Se quel giorno avessi dovuto farmi un’idea sulla causa della diminuzione delle rane, non avrei avuto dubbi! Ho fotografato con Nikon D3s e un obiettivo Nikkor 500 mm f/4. Tempo di scatto 1/2000 sec. con apertura diaframma f/5,6.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com