L’estate in corso ha visto l’influenza sul clima globale di El Niño, che dal Pacifico si fa sentire in tutto il mondo, caratterizzata dalla diminuzione dei venti di superficie che normalmente soffiano da nord lungo la costa occidentale del Pacifico, rallentando la risalita di acque più fredde e profonde. La fase El Niño è caratterizzata da siccità e caldo record in America ed Europa.
Si prevede che l’evento climatico di El Niño porterà nell’Africa orientale a un aumento delle precipitazioni, con le aree fluviali della Somalia particolarmente a rischio di gravi inondazioni.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) prevede un grande evento alluvionale di una portata statisticamente probabile solo una volta in 100 anni. La FAO e l’Ambasciata Britannica di Mogadiscio (BEM) hanno lanciato un programma di azione preventiva da 3,8 milioni di dollari e di preparazione in Somalia per 1,2 milioni di persone che si trovano in aree ad alto rischio di inondazioni.
Un evento di inondazione legato a El Niño in aree fluviali di questa portata potrebbe causare perdite di vite umane, sfollamenti di massa, distruzione di proprietà e perdita di mezzi di sussistenza, con conseguente aumento dell’insicurezza alimentare acuta.
Il progetto “Badbaado”
La parola significa “salvare dalla calamità” e identifica il programma che fa parte del programma multidonatori El Niño della FAO, che cerca di mitigare, preparare e rispondere alla minaccia di gravi inondazioni e disastri umanitari durante la seconda grande stagione delle piogge del Paese, tra ottobre e dicembre di quest’anno.
«Abbiamo una finestra molto breve per prepararci e mitigare i peggiori impatti di El Niño. Agendo tempestivamente e con cognizione di causa, possiamo contribuire a proteggere le comunità rurali vulnerabili dalle peggiori conseguenze di un disastro» ha dichiarato Etienne Peterschmitt, Rappresentante della FAO in Somalia.
Sotto la guida del Ministero dell’Agricoltura e dell’Irrigazione e in collaborazione con l’Agenzia somala per la gestione dei disastri, la FAO prevede di chiudere 937 metri di punti di rottura lungo il fiume Shabelle nella città di Beletweyne per rallentare le acque alluvionali, ridurre l’impatto immediato delle inondazioni e dare alla popolazione il tempo di allontanarsi dalle zone ad alto rischio.
Il progetto prevede anche di riattivare un importante canale per reindirizzare le acque delle inondazioni lontano dalle aree popolate di Beletweyne, oltre a preposizionare 800.000 sacchi di sabbia nelle aree a rischio di inondazione.
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