La collaborazione è sempre stata fondamentale nelle ricerche scientifiche, proprio da questa unione arriva l’importante scoperta del primo sito di nidificazione, in India, di una specie di tartaruga incredibilmente rara: la tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor (Pelochelys cantorii). Lo studio “Using local ecological knowledge to determine the status of Cantor’s giant softshell turtle Pelochelys cantorii in Kerala, India”, è stato pubblicato su Oryx da un team internazionale di ricercatori guidato da Ayushi Jain dell’ EDGE of Existence Programme della Zoological Society of London.
La specie vive nei fiumi dell’Asia meridionale e sudorientale, rarità ed elusività sono le sue caratteristiche e per questo è stata a lungo oggetto di ricerca e preoccupazione tra gli ambientalisti.
Colpito dalla distruzione dell’habitat e vittima di bracconaggio, questo raro rettile viene anche catturato per la carne e spesso ucciso dai pescatori quando resta impigliato negli attrezzi da pesca. Ad oggi, la tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor è schedata come in pericolo critico (CR) nella Lista rossa delle specie minacciate dell’IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) ed è ancora in diminuzione.
Il ritrovamento
I ricercatori hanno deciso di chiedere aiuto agli abitanti che condividono l’habitat con questa specie, per riuscire a capire dove si trovano gli ultimi esemplari sono arrivati lungo le rive verdeggianti del fiume Chandragiri, nello Stato indiano del Kerala. La squadra ha ottenuto informazioni preziose dalle comunità locali, riuscendo addirittura a documentare sistematicamente gli avvistamenti di queste tartarughe di acqua dolce. Un lavoro che ha portato a un risultato straordinario: la prima documentazione di una nidificazione e il salvataggio di uova da nidi allagati, per poi rilasciare i piccoli nel fiume.
La biologa Françoise Cabada-Blanco dell’Università di Portsmouth, autrice dello studio, ha rammentato che: «Per anni, l’esistenza della tartaruga Cantor è stata a malapena un sussurro sullo sfondo della vivace biodiversità dell’India, con avvistamenti così scarsi che il la sola presenza della tartaruga sembrava un fantasma del passato. Dopo svariati tentativi falliti di rintracciarne una impiegando metodi di indagine ecologica convenzionali, abbiamo adottato un approccio diverso attingendo alle conoscenze locali. Il gruppo, guidato da Ayushi Jain, è stato in grado di coinvolgere la comunità in modo davvero efficace, tanto da condividere storie di avvistamenti storici, fornire indizi su eventi attuali e persino aiutare nel rilascio in tempo reale di individui catturati accidentalmente come catture accessorie».
Le prospettive future
Il gruppo di ricercatori sta lavorando alla creazione di un vivaio e di una nursery comunitaria.
La comunità locale vuole impegnarsi nel progetto e aiutare nella conservazione, un contributo indispensabile per comprendere e proteggere la biodiversità del nostro pianeta.
Lo studio dichiara che: «La creazione della rete di allerta rappresenta un approccio pionieristico nell’area, in cui il coinvolgimento della comunità porta ad approfondimenti in tempo reale e azioni immediate, aprendo la strada a un modello più reattivo e inclusivo di conservazione della fauna selvatica in Kerala».
«Unire la saggezza tradizionale con l’indagine scientifica può certamente illuminare il percorso da seguire per la conservazione della tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor. Il nostro studio è un racconto di riscoperta, di ritrovamento di speranza nelle storie raccontate dal fiume e dalla sua gente, e per gettare le basi per un futuro in cui questa magnifica specie possa prosperare, non solo sopravvivere», conclude la Dott.ssa Cabada-Blanco.
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