Per cinque anni il governo australiano ha cercato di occultare il video girato da Sea Shepherd Australia che mostra una nave baleniera giapponese intenta a cacciare i cetacei delle acque dell’Antartico.
Si tratta di immagini violente che risalgono al 2008 e che mostrano tutta la ferocia di questo tipo di caccia.
«Queste riprese mostrano la sanguinaria brutalità, la crudeltà e l’uccisione priva di senso di animali così belli, intelligenti e maestosi come le balene – ha spiegato Jeff Hansen, Amministratore Delegato di Sea Shepherd Australia –. I cetacei sono inseguiti, prima di essere colpiti con un arpione esplosivo che lancia schegge di granata per tutto il loro corpo, mentre si aprono dei ganci che impediscono alla balena di fuggire».
Video che imbarazza il Giappone
Le immagini erano state nascoste dal governo australiano per timore che la loro diffusione potesse pregiudicare i rapporti bilaterali con lo stato del Sol Levante.
Alla fine, però, gli eco pirati di Paul Watson sono riusciti a divulgare il filmato, appellandosi al principio di libertà di informazione.
«Il governo australiano ha nascosto queste riprese per anni – ha aggiunto Hansen –. Il motivo era che le immagini di questo orrendo massacro avrebbero danneggiato le relazioni diplomatiche con il Giappone. Il governo australiano ha scelto di stare dalla parte dei bracconieri invece di difendere le balene dell’Oceano Antartico. Grazie al principio di libertà d’informazione abbiamo lavorato con la sede del Nuovo Galles del Sud di Environmental Defenders Office e con Humane Society International Australia per far sì che il pubblico potesse finalmente vedere quello che era stato filmato nel corso di quella operazione pagata dai nostri sostenitori».
Portare i colpevoli in tribunale
L’obiettivo di Sea Shepherd ora è quello di portare i colpevoli davanti al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare. «Chiediamo che il Giappone venga processato per i crimini commessi contro la natura e che il governo australiano si impegni a fare tutto ciò che è in suo potere per porre fine alla caccia alle balene», ha concluso l’attivista.
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