È durato poco più di un mese e mezzo il letargo dell’orso Francesco, plantigrade di nove anni monitorato tramite un radiocollare, che vive sulle montagne friulane tra Preone, Socchieve e Verzegnis
L’aumento delle temperature che negli scorsi giorni ha investito la Carnia – con picchi fino a 17 gradi centigradi – ha reso impossibile per l’orso continuare il periodo di quiescenza.
Francesco era andato in letargo a fine dicembre. Le temperature – le più fredde registrare in questo mese negli ultimi trent’anni – gli avevano permesso di dormire indisturbato. Poi la botta di caldo anomala, con valori simili alle temperature primaverili, e il risveglio.
«Per l’orso Francesco sarà difficile trovare cibo in questo periodo in cui le riserve scarseggiano – ha spiegato il responsabile Ispra della gestione nazionale della fauna Piero Genovesi –. Per l’animale si tratterà di un periodo particolarmente stressante, ma ormai il letargo breve è un fenomeno abbastanza diffuso anche in Trentino ed è legato, oltre che alle temperature superiori alla media, anche alla scarsità della neve».
Solitamente, gli orsi vanno il letargo da fine novembre fino a marzo. «Ora, con ogni probabilità, l’animale cercherà cibo dove lo aveva trovato prima di coricarsi – ha spiegato Stefano Filacorda, ricercatore dell’Università di Udine –. Il suo comportamento nelle prossime settimane dipenderà da come si è nutrito prima del breve letargo».
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