Leggi qui la prima parte della Vita in Inverno
Non ci sono solo le impronte sulla neve. I segni sono dappertutto ma ci vuole un occhio esperto per coglierli.
Guardate la corteccia degli alberi. In alcuni punti, spesso dove il tronco esce dalla neve, è finemente rosicchiata. È opera delle arvicole, piccoli roditori che divorano lo strato più accessibile alla base degli alberi. Più in alto invece le striature sono spesso prodotte da cervi e caprioli, che si strofinano sugli alberi e marcano così il territorio.
Poi ci sono gli escrementi. Se si supera la naturale repulsione, le “fatte” (ovvero gli escrementi dei mammiferi) sono una miniera di informazioni. Svelano chi è passato di lì, se il transito è recente e cosa ha mangiato. Anche le tracce di urina sono importanti. Una situazione tipica riguarda i canidi, come il lupo e la volpe. Esattamente come Fido, i maschi alzano la zampa, quindi le chiazze saranno spostate rispetto alla direzione delle impronte. Le femmine, invece, si accucciano, urinando direttamente sul tracciato.
Snow-tracking
Esplorare i boschi con un esperto di tracce è una delle attività più divertenti per il naturalista in veste invernale. Ma bisogna avere pazienza e muoversi con calma e spirito di osservazione. A volte si viene ricompensati con qualcosa di emozionante: segni di predazione, di fuga o di lotta e magari anche l’incontro con gli autori delle impronte.
Oggi molti Parchi naturali nell’arco alpino e nell’Appennino organizzano visite guidate dedicate allo snow-tracking, letteralmente “tracciatura su neve”, con l’aiuto di esperti naturalisti. Si formano piccoli gruppi e si percorrono i sentieri del parco ammantati di neve. Solitamente si arriva sul posto in mattinata, poche ore dopo una forte nevicata. Indispensabili sono le racchette, che consentono di muoversi agilmente fuori dai sentieri battuti.
Molte di queste uscite sono dedicate al lupo (che viene regolarmente monitorato proprio con lo snow tacking e il wolf howling, l’ascolto degli ululati) e spesso regalano emozioni forti. Mentre si seguono le tracce del grande carnivoro è facile incontrare i segni del passaggio di molti altri animali.
Tra i Parchi più attivi in questo senso il Gran Paradiso, Stelvio, Adamello Brenta, Alpi Marittime, Aveto e quelli dell’Appennino Centrale, come Appennino Tosco Emiliano, Foreste Casentinesi, Abruzzo/Lazio e Molise, Corno alle Scale, Sibillini e Majella. Per essere informati è meglio consultare il calendario sui siti web delle aree protette e telefonare sempre, perché le escursioni di questo tipo sono molto dipendenti dalle condizioni meteo.
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- Stambecco (Capra ibex)
- Camoscio (Rupicapra rupicapra)
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- Lupo (Canis lupis)
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