Sono durati 4 anni i lavori di restauro del Gigante Nettuno, realizzato in cemento sulla roccia di Fegina, a Monterosso al Mare, reso celebre nel mondo anche dai versi di Eugenio Montale. Liberato dalla “gabbia” di ponteggi, il Gigante torna a essere visibile sulla montagna nel Golfo delle Cinque Terre, restituito ai liguri e ai turisti.
L’opera in cemento e ferro è alta 14 metri per un peso stimato di 1.700 quintali. È stata realizzata nel 1910 dallo scultore Arrigo Minerbi, con la stessa tecnica da lui utilizzata per la facciata del Duomo di Milano.
I lavori di restauro sono stati diretti dall’architetta genovese Angela Zattera, nata e cresciuta a Monterosso. Il Gigante Nettuno nei suoi 110 anni di vita aveva subito mutilazioni provocate dal tempo, dal mare e da eventi sia bellici, sia naturali. Dopo un primo restauro negli Anni Sessanta, nel 2017 il distacco di alcuni pezzi di roccia aveva indotto il Comune a chiudere la sottostante spiaggia libera di Fegina e aveva reso necessari interventi urgenti di messa in sicurezza.
Sono stati restaurati naso, faccia, testa, gamba, piede, la conchiglia sostenuta dal Gigante Nettuno, tutte parti erose dal tempo.
Il progetto è stato monitorato e autorizzato dalla Sovraintendenza ai Beni storici e culturali della Liguria.
La soddisfazione dei protagonisti
La proprietà è soddisfatta del risultato: «Abbiamo fatto il possibile, e anche di più, con le nostre sole forze. Ora confidiamo sui posteri per garantire le cure e la massima attenzione per assicurare la sopravvivenza della mirabile opera».
«È stato per me onore e motivo di orgoglio – ha affermato l’architetta Zattera – mettere il mio lavoro al servizio del recupero di un pezzo di storia. Spero con tutto il cuore che questo primo fondamentale intervento apra la strada a una costante cura e attenzione, per le quali è necessaria la collaborazione degli Enti Pubblici, ma anche di coloro che amano e frequentano le Cinque Terre». «Monterosso – commenta il Sindaco Emanuele Moggia – è felice di tornare a vedere il suo Gigante in buona salute. E ringrazia. Quella statua è un emblema e un simbolo dell’uomo delle Cinque Terre: un Prometeo con i piedi ben piantati nella roccia e in mare che si muove verso l’orizzonte portando sulle spalle e nel volto la fatica del peso della sua terra rocciosa».
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