Dopo i Dialoghi con l’oca selvatica di Konrad Lorenz, un libro facile da leggere anche perché impreziosito da un emozionante corredo fotografico, questa settimana vorrei richiamare la vostra attenzione su un titolo certamente meno accattivante nella sua veste editoriale, ma assai importante per la formazione dell’immaginario moderno: Il pensiero ecologico di Edgar Morin.
Il sociologo e filosofo francese, ormai prossimo ai cent’anni, sostiene da tempo il valore della complessità. La specializzazione estrema – egli sostiene – non permette agli scienziati di cogliere le connessioni profonde. L’ecologia a tal riguardo è maestra, proprio perché invita a concepire qualunque cosa come parte di un contesto più ampio e a comprendere le innumerevoli interrelazioni fra accadimenti solo apparentemente distinti.
«Da un certo punto di vista la dimensione ecologica costituisce la terza dimensione organizzativa della vita», scrive l’autore. «La vita era nota soltanto sotto due dimensioni, quella della specie (riproduzione) e quella dell’individuo (organismo). Per quanto importante potesse essere, l’ambiente sembrava soltanto l’involucro esterno della vita. Ma la vita non è soltanto la cellula composta di molecole. E non è nemmeno l’albero dell’evoluzione a ramificazioni molteplici, composto di regni, di phyla, di ordini, di classi, di specie. È anche eco-organizzazione».
Nel suo libro, pubblicato in Italia nel 1986 da Hopeful Monster, Morin ci fa comprendere quanto sia importante prestare attenzione a ciò che le scienze ecologiche ci dicono sulla natura e sulla sua conservazione. Al tempo stesso invita tutti, scienziati ma anche comuni cittadini, a pensare e interpretare le cose in maniera ecologica. Un appello che ancora oggi resta in larga parte inascoltato. La devastazione del Pianeta procede a ritmi serrati nonostante ogni giorno ci giungano segnali allarmanti. Ciò che dovremmo fare per salvarci dalla catastrofe climatica lo ha spiegato con parole chiare questo vecchio pensatore planetario, anni fa: rendere “ecocompatibile” – oggi preferiamo dire sostenibile – l’intera economia del mondo, intervenendo alle sue radici per risanarla.
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