La partenza è dall’area picnic il Curlo di Arenzano, posta poco oltre il ristorante Agueta in via Pecorara (coordinate: 44°24’47.58″N 8°40’11″E).
Prima di incamminarci, però, ammiriamo il panorama che si ha dai tavolini (290 m/slm) verso il luccicante mare di Arenzano e, in lontananza, Genova. Torniamo poi leggermente indietro sull’asfalto fino all’inizio del sentiero, sulla destra, dove troviamo un primo cartello in legno “lago da Tina”, segnaletica che ci guiderà fino alla meta. In discesa raggiungiamo una sterrata (265 m/slm) che seguiamo verso destra, ora in salita graduale, guidati anche dal segno “T” rosso, che ci porta per un tratto aperto con radi pini estetici ed erica arborea, mentre appare alla vista il mare lontano.
Raggiungiamo agevolmente il passo Gua (348 m/slm) dove procediamo dritti sempre seguendo i cartelli e percorriamo un sentiero ampio e piacevole, graduale e sempre ben indicato. Poco oltre un bivio il percorso diventa un poco più stretto ma sempre agevole e piacevolmente graduale con, secondo la stagione, piccoli rii da guadare facilmente mentre sulla sinistra la forra scende precipitosa con scorci di vista sul sottostante torrente Lerone che scorre impetuoso tra le rocce. Sulla sinistra una deviazione porterebbe a un castagno vecchio di 200 anni: il cartello indica 2 minuti ma si tenga presente che la discesa è molto ripida ed è facile trovare il sentiero bloccato da alberi abbattuti o vegetazione incolta, valutate sul posto se è il caso deviare dal percorso.
Noi proseguiamo sempre in salita molto graduale ed i pini lasciano il posto ai lecci che in alcuni punti sembrano quasi creare una galleria mentre in altre zone si cammina su roccia, con squarci di panorama sulla sottostante gola mentre non mancano angoli suggestivi.
Vi è un unico bivio che potrebbe dare adito a qualche dubbio poiché vi è un solo cartello evidente che indica a destra “Ruggi”. Non va seguito, dobbiamo mantenere la sinistra lasciandoci guidare dai segni rossi a “T” che ci fanno toccare la quota più elevata (400 m/slm). Da qui prendiamo a scendere passando per uno spettacolare punto aperto da cui lo sguardo spazia sulla sottostante gola con il torrente in basso, cascate sul versante opposto e rocce a picco impressionanti.
In discesa graduale, su sentiero a volte un poco esposto ma sempre ampio e mai pericoloso e affrontando alcuni piccoli guadi, ci avviciniamo al torrente Lerone, fino a raggiungerlo (360 m/slm).
Non bisogna lasciarsi tentare: il luogo è già molto bello ma il meglio deve ancora venire. Senza guadare il torrente abbandoniamo il sentiero principale seguendo sempre le “T” rosse, così da risalire un poco il corso dell’acqua camminando, con attenzione, sulle rocce. Passiamo accanto ad una prima pozza, per poi guadare il torrente andando alla scoperta delle altre sempre molto suggestive e di una cascata scenografica (400 m/slm) che si getta nel lago della Tina.
In realtà non si tratta di un vero e proprio lago quanto di più pozze create dal torrente Lerone, dettaglio che nulla toglie alla meraviglia naturale che sanno creare ed il luogo è così magico che ben si presta a soffermarsi, eventualmente immergendo i piedi nell’acqua fredda e limpida, prima di tornare per la medesima via dell’andata.
Note
Dati sola andata
Lunghezza: anello di 3,5 km
Dislivello: +175 -65 m
Tempo al netto delle soste: 1h e 15 min
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