Viaggiando dalla Brianza verso Lecco la prima montagna che si incontra è il Monte Barro, alto 922 metri, posto nel comune di Galbiate (sede del Parco Regionale dell’omonimo parco). Questa semplice ma interessante montagna offre una moltitudine di opportunità e di servizi che la rendono unica.
Innanzitutto, c’è da camminare! Dodici sentieri molto facili e ben segnalati da affrontare partono dal lato di Lecco (sentiero 304, panoramico), Galbiate (sentiero 305 delle creste, impegnativo e tecnico) e Valmadrera (sentiero 309, molto impegnativo). Ma il sentiero più bello e che consiglio sempre è il 302, che parte da Galbiate e si snoda lungo una bellissima mulattiera che porta in poco più di 2 ore alla cima del Monte. Questo itinerario può essere percorso in 40 minuti e con minor dislivello raggiungendo in macchina l’Eremo del Monte posto di fianco alla chiesetta (questa strada non è transitabile tutto l’anno: le informazioni sulle date di apertura si trovano sul sito del comune di Galbiate).
Una volta giunti in vetta si gode di un’ampia vista sopra Lecco con un panorama che ci mostra, da destra verso sinistra, la valle dell’Adda, il Resegone, le Grigne, il ramo di Lecco e il Monte Moregallo seguito dai Corni di Canzo e dal Monte Cornizzolo. La vista che mi affascina sempre di più è lo sguardo dei tre laghetti di origine glaciale al tramonto: il lago di Annone, Pusiano e Alserio. Nelle giornate terse al tramonto il sole si nasconde dietro il Monviso che svetta lontano.
Il Monte Barro si trova in una posizione strategica per rotte migratorie e questo fa sì che possano individuare 86 specie differenti di uccelli. Per questo motivo è meta di ornitologi ed è stata allestita la stazione ornitologica di Costa Perla facilmente raggiungibile e sede di molte attività, tra cui la cattura e l’inanellamento degli uccelli di passaggio a fini scientifici.
Un po’ di storia. La zona del pian d’Erba che si sviluppa dal monte Barro verso il comune di Erba è sempre stata, grazie alla presenza d’acqua costante e alla fertilità dei terreni, zona rurale molto attiva fin da prima dei romani. Vi sono state trovati molti segni di un passato florido per l’agricoltura e la pastorizia. Queste testimonianze sono state recuperate ed è stato allestito il museo etnografico MEAB che si trova nell’antico nucleo di Camporeso (raggiungibile in auto o a piedi dal sentiero 311 che parte da Sala al Barro).
Tra il V e il VI secolo d.C sul Monte Barro si sono insediati i Goti che svilupparono un complesso sistema di fortificazione volto alla difesa dalle invasioni dei Barbari. Sul Monte Barro possiamo, seguendo il sentiero 307 che parte da Galbiate, rivivere questa testimonianza osservando resti di mura e torri che servivano da difesa e presidio del territorio.
Sul versante di Lecco di può visitare l’incompiuto monastero di San Michele, affascinante e suggestiva struttura senza tetto la cui prima messa in opera risale al 1146 e che in seguito fu ampliata e mai completata.
L’Eremo del Monte Barro è un’interessante testimonianza del passato e del presente. Infatti la struttura è stata luogo di differenti passaggi storici: sede del presidio romano, insediamento Ostrogoto, rocca di difesa degli Sforza, convento francescano, Grande Albergo Monte Barro, sanatorio e, attualmente, bar-ristorante e ostello.
Questo Monte è anche luogo di ritrovo per i climbers che si cimentano nelle palestre di roccia presenti sul lato di Valmadrera. Queste falesie, alte dai 12 ai 30 metri, sviluppano 150 itinerari di difficoltà compresa tra il sesto e l’ottavo grado.
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