Corpo allungato, crescita lenta, maturità sessuale a 150 anni, aspettativa di vita fino a 500 anni, DNA resiliente, frequenza cardiaca lenta e basso rischio di cancro e malattie infettive: tutto nello squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) sembra procedere molto lentamente. Questo stile di vita lo ha portato a battere il record di vertebrato più longevo del pianeta.
Determinare l’età degli individui
L’età degli squali è solitamente stimata contando le bande di crescita sulle spine delle pinne o sulle vertebre dello squalo. Gli squali della Groenlandia, tuttavia, non possiedono spine delle pinne o tessuto duro nel corpo. Le loro vertebre sono troppo morbide per formare le bande di accrescimento presenti negli altri squali. Recenti scoperte, hanno però permesso agli scienziati di determinare l’età della specie utilizzando la datazione al radiocarbonio sugli occhi degli squali, un metodo noto a geologi, paleontologi e archeologi per determinare l’età di materiale organico antico, in questo caso proveniente da individui vittime del bycatch. È stato infatti dimostrato che gli occhi contengono proteine che si formano prima della nascita e che non si degradano con l’età. I ricercatori hanno così potuto determinare l’età degli squali attraverso la datazione al carbonio di queste proteine. In uno studio su una femmina di 5 metri di lunghezza catturata durante operazioni di pesca, gli scienziati hanno stimato l’età dell’individuo tra 272 e 512 anni.
Un lento metabolismo
S. microcephalus vive nelle profonde acque polari dell’Artico e dell’Atlantico settentrionale, a profondità comprese tra i 700 e i 2.000 metri e a una temperatura di circa -1,6 °C. È il freddo estremo il responsabile del suo lento metabolismo e maturazione. Questo maestro di vita è un vero e proprio punto interrogativo per gli scienziati che ritengono custodisca il segreto dell’immortalità. L’invecchiamento in specie con una durata di vita breve, come i piccoli roditori, è stato collegato alla perdita dell’integrità del DNA attraverso la perdita dei meccanismi di riparazione dello stesso. Secondo gli esperti di invecchiamento, la longevità dello squalo della Groenlandia suggerisce come questo possa resistere a tale perdita di funzioni legata all’età. I ricercatori hanno raccolto campioni di sangue per determinare il danno basale al DNA sui globuli rossi degli squali. I risultati suggeriscono che il DNA dello squalo della Groenlandia è resistente agli effetti genotossici dell’età e forse anche a sostanze genotossiche. Studi precedenti su altre specie hanno condotto a risultati simili, suggerendo come le proprietà di resistenza del DNA possano essere un carattere condiviso nei vertebrati eterotermi. Per fare maggiore luce sulla longevità di S. microcephalus, altri studi si sono concentrati sui mitocondri, organelli subcellulari dinamici noti per cambiare forma, organizzazione e funzione con l’età, eppure sono necessarie ulteriori ricerche per scoprire quale ruolo abbiano questi organelli nei casi di longevità estrema.
Studiando i segreti dell’apparente immortalità dello squalo della Groenlandia, gli esperti sperano di poter allungare anche la durata della vita degli esseri umani, rallentandone l’invecchiamento, uno dei più grandi timori della nostra società, che da tempo cerchiamo di combattere e al quale alcune specie hanno già trovato risposta.
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