Con due ordinanze in seduta collegiale il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso delle Associazioni Enpa e Oipa, sostenuto dall’avvocato Valentina Stefutti, che chiedeva la sospensiva dell’ordinanza con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva decretato la scorsa estate la cattura e la reclusione a vita dell’orsa JJ4.
Nelle ordinanze si rileva «l’insufficiente istruttoria che ha portato il presidente della Provincia di Trento al giudizio di pericolosità dell’orsa e che ha determinato, per motivi di sicurezza pubblica, l’ordine di catturare l’orsa (e non i suoi tre cuccioli) e di custodirla in modo definitivo nel recinto di Casteller».
L’orsa JJ4 è considerata dagli esperti “la più timida del Trentino”, ma alla fine di giugno era venuta a contatto con due persone mentre era in compagnia dei suoi tre cuccioli. Lo stesso Tar di Trento aveva bocciato l’ordinanza con cui aveva tentato di condannare a morte l’animale e, in seguito, il nuovo atto per la reclusione “a vita” dell’orsa quattordicenne.
Ne è seguito un lungo contenzioso legale, sostenuto anche da altre associazioni: la Lega antivivisezione (LAV) e la Lega per l’abolizione della caccia (LAC). Ora arriva la decisione positiva e tanto auspicata del Consiglio di Stato.
«Si stenta a credere che nella fase tanto difficile che attraversa il nostro Paese – dichiarano Enpa, Oipa e Lav – nella crisi tanto profonda della biodiversità, nello stravolgimento climatico che incrudelisce sulla fauna, gli amministratori continuino a investire energie e pubblico denaro in una partita ingiusta e fallimentare, incuranti anche del discredito causato dalla violazione di norme europee e italiane, in una sorta di dispregio per un programma comunitario di alto profilo scientifico, Life Ursus, volto alla reintroduzione degli orsi in Trentino, che ha ricevuto anche, a suo tempo, cospicui fondi. Con il pronunciamento di oggi il Consiglio di Stato riconosce all’orsa JJ4 un vero diritto di natura, vale a dire quello alla libertà e alla pratica dei ritmi naturali che le spettano, a lei come agli altri orsi italiani, nella fase delicatissima del letargo, che costituisce una prova cruciale per la sopravvivenza della specie».
Infatti, quanto al “profilo del pericolo che è stato posto alla base dell’ordinanza contingibile e urgente” è stato confermato nelle ordinanze odierne che «nel periodo invernale (indicativamente da novembre a marzo) l’orsa è in letargo».
Anche il WWF Italia apprende con enorme soddisfazione della decisione del Consiglio di Stato: «Vengono finalmente ristabilite e applicate le normative e, soprattutto, prevalgono le ragioni della scienza e del buon senso» dichiara Patrizia Fantilli, direttore ufficio legale del WWF Italia.
La coesistenza fra uomini e animali selvatici si può costruire solo in maniera intelligente e mirata, attraverso la diffusione capillare di metodi di prevenzione dei danni, non semplici ma efficaci se correttamente impiegati, insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione al rispetto delle regole di comportamento che prevengano situazioni di rischio per entrambe le specie.
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