Negli ultimi tempi, dopo una fase di qualche decennio in cui la maggior parte dell’opinione pubblica vedeva con simpatia i cosiddetti animali “nocivi”, soprattutto a livello di molti mass media generalisti oggi si sta tornando a presentare i predatori come specie intrinsecamente pericolose. E quindi da contenere, controllare, ovvero prima o poi da… eliminare. In questa particolare classifica di bestie feroci, a parte il recente caso dell’orso, è il lupo che da sempre detiene la prima posizione. Con una commistione antropomorfa che è sfociata nelle numerose leggende riguardanti i licantropi, o lupi mannari, che hanno caratterizzato soprattutto buona parte dell’Europa Medioevale.
Eppure esistono inquietanti casi anche in epoche più recenti.
Francia centro-meridionale
Il caso più famoso di bestie feroci è forse quello della cosiddetta Bestia del Gévaudan: così venne chiamato un animale feroce (o forse più di uno), mai identificato con esattezza, che fra il 1764 e il 1767 causò decine di vittime nelle campagne del Gévaudan, una regione della Francia centro-meridionale. Il numero dei morti varia a seconda delle fonti, ma uno studio del 1987 stimò che ci fossero stati 210 attacchi, con 113 vittime (di cui 98 parzialmente divorate) e 49 feriti. La Corona di Francia impiegò ingenti quantità di denaro e di uomini per dare la caccia all’animale, che i testimoni oculari descrivevano come un leone, un lupo o una iena, e che la popolazione locale credeva di natura sovrannaturale e immortale. La bestia venne dichiarata uccisa più volte prima del termine definitivo degli attacchi senza che venne mai identificata con certezza. Da questa vicenda venne tratto il film Il patto dei lupi, con Vincent Cassel e Monica Bellucci.
Campagne attorno a Milano
Anche noi in Italia abbiamo avuto delle leggende di bestie feroci e non in una sperduta regione in mezzo alle montagne, bensì alle porte della popolosa Milano.
Infatti la cronaca noir dell’estate 1792 (dal 5 luglio fino al 18 settembre del 1792), racconta le stragi di fanciulli provocata da questa misteriosa bestia feroce nelle campagne attorno al capoluogo lombardo. Un lupo, una jena, una leonessa scappata da qualche serraglio?
«Mentre la Bestia feroce facea strage di Fanciulli, e atterriva gli uomini, io, che saper potea quanto alla pubblica autorità venia riferito, m’occupava di mano in mano a scrivere questo Giornale, coll’intenzione di pubblicarlo tosto che la Bestia fosse presa».
Comincia infatti così, con un’avvertenza al lettore, un interessante libretto riscoperto relativamente da poco tempo e ripubblicato nel 2015 dalla piccola casa editrice indipendente milanese Il Muro di Tessa, encomiabile per il suo lavoro filologico dedicato a far riemergere dalle nebbie della storia testi spesso dimenticati.
Giornale circostanziato di quanto ha fatto la Bestia Feroce nell’Alto Milanese dai primi di Luglio dell’anno 1792 sino al giorno 18 Settembre è il titolo completo dell’opera, una sorta di diario di quei fatti che sconvolsero anche l’Alta Brianza a quell’epoca, quando si vissero momenti di autentica psicosi, con la misteriosa uccisione di numerose persone, per lo più bambini.
Alla ricerca della fiera si scatenò un ‘imponente caccia, anche grazie alla taglia di 50 zecchini messa dalle autorità. Come andò a finire tutta la faccenda? Non è chiaro. Di certo il 18 settembre si sparge la notizia che la Bestia sia stata catturata. Si tratterebbe di un lupo caduto proprio in una delle tante Fosse Lupaje costruite nei pressi di Milano. Tantissimi curiosi vanno a vederlo, l’animale ferito viene finito, tratto in superficie e poi impagliato e mostrato ai curiosi. Non tutti però sembrano riconoscere in quell’animale quello che per tanti giorni aveva seminato sangue e morte nelle campagne. Lo stesso anonimo autore del libro è interlocutorio. «Ma questo lupo era egli l’autore di tanti mali?». L’interrogativo, lanciato come un sasso nello stagno, è destinato a rimanere senza risposta, proprio come l’analogo caso francese.
Alcuni autori hanno addirittura ipotizzato che questo, come altri casi simili, in realtà coprisse crimini umani, in particolare di pedofili. In fin dei conti è facile accusare chi non può difendersi.
Quando la storia diventa leggenda
A completamento del libretto sopra citato e per chi volesse approfondire, segnaliamo infine il recente lavoro (2022) di Giovanni Todarò Storie vere di lupi cattivi: quando la storia diventa leggenda, in cui si tratta il tema dell’antropofagia del lupo, dall’antichità a oggi e nel mondo, dall’Italia alla Finlandia, dalla Spagna alla Russia, dall’Egitto al Nord America in un’indagine che raccoglie notizie in ben 33 Stati.
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