Dopo essere stato sull’orlo dell’estinzione negli anni ’70, il lupo è tornato a popolare il territorio italiano e la sua diffusione cresce di anno in anno, come dimostrano i dati presentati dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel corso del convengo “Verso un Piano nazionale di monitoraggio del lupo”, tenutosi a Roma.
Dove si trova il lupo
La popolazione italiana di lupi, che al suo minimo, cinquant’anni fa, era ridotta a poche decine di individui localizzati nell’Appennino centro-meridionale, si è progressivamente espansa, arrivando a colonizzare tutta la penisola, compresa l’estrema propaggine della Puglia e l’intero arco alpino.
Si tratta di un aumento in continua crescita: se nel periodo tra il 2006 e il 2012 la popolazione di lupo occupava il 18,04% del territorio nazionale, oggi il predatore è presente sul 23% del territorio nazionale.
Quanti sono i lupi
I ricercatori del progetto “Wolfalps” stimano che sulle Alpi siano presenti 47 branchi, 6 coppie e 1 individuo solitario, per un totale di 293 individui come minimo. Più difficile, invece, fare un conteggio accurato della popolazione presente sul resto del territorio. Al momento, sono due le stime disponibili, che tuttavia mostrano un elevato grado di incertezza: la prima parla di 1.580 individui, mentre la seconda oscilla tra i 1.269 e i 1.800 lupi.
Il problema degli ibridi
Uno dei rischi maggiori per la tutela della specie è rappresentato dall’ibridazione del grande predatori con branchi di cani selvatici.
Secondo i dati dell’Ispra, dai genotipi raccolti negli anni è emerso che tra l’8 e il 13% dei campioni presentava tracce di ibridazione.
Il fenomeno è maggiormente accentuato in alcune aree del Paese, come la Toscana. Qui si registra il picco di individui ibridi, che rappresentano il 25-30% della popolazione. Ancora maggiore il dato raccolto nel grossetano, dove un individuo su due è un ibrido cane-lupo.
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