I prodotti agroalimentari Made in Italy che arrivano sulle nostre tavole sono prodotti per un quarto da lavoratori stranieri e spesso stagionali.
È questo quanto emerge dal nuovo rapporto Migrantes, che ha censito e analizzato la presenza della popolazione straniera in Italia.
155 nazionalità diverse al lavoro nella campagne
Secondo i dati dell’organizzazione, nelle campagne italiane sono impiegati 370mila lavoratori stranieri provenienti da 155 differenti Stati.
Proprio i cittadini stranieri forniscono il 27,3% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
«Nei campi italiani la presenza di occupati stranieri è divenuta un fenomeno strutturale come dimostra anche la crescita della loro presenza a guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalità diversa da quella italiana» spiega Coldiretti.
La comunità di lavoratori agricoli più presente in Italia è quella rumena con 107.591 occupati, davanti a marocchini (35.013) e indiani (34.043).
Ma ci sono anche albanesi (32.264), senegalesi (14.165), polacchi (13.134), tunisini (13.106), bulgari (11.261), macedoni (10.428) e pakistani (10.272).
In quali distretti agricoli trovano impiego gli stranieri
In molti dei distretti agricoli delle eccellenze italiane i lavoratori stranieri sono una componente ben integrata all’interno del tessuto economico e sociale. Come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli e delle mele in Trentino.
La presenza di lavoratori stranieri è forte anche negli allevamenti da latte in Lombardia, dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto cittadini di nazionalità indiana.
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