Sembra sempre più vicina l’istituzione del secondo Parco Nazionale della Sicilia, il Parco Nazionale dei Monti Iblei. Con l’adozione della delibera di perimetrazione da parte della Città Metropolitana di Catania, che segue quella delle altre due ex province interessate (Siracusa e Ragusa), l’iter per l’istituzione dell’Ente può essere finalmente portato a conclusione. La parola adesso spetta all’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana per la risoluzione degli ultimi passaggi burocratici prima del benestare definitivo del Ministero dell’Ambiente.
Come sarà il Parco
Il Parco avrà un’estensione di circa 150 mila ettari ed avrà una forma “stellata”, inglobando ovviamente la zona sommitale e tutti i famosi canyon che si dispongono secondo una struttura radiale dalla zona sommitale. Se i numeri venissero confermati, si tratterà della più grande area protetta in Sicilia e del più grande parco nazionale dell’Isola. Innumerevoli le emergenze geologiche, naturalistiche, ambientali e monumentali tutelate dalla nuova area protetta: si va dai canyon di Pantalica e Cavagrande del Cassibile, alla Valle dell’Anapo, fino alle zone di vegetazione della rarissima Zelkova sicula, le rovine di Noto antica, nonché aree archeologiche e i gioielli del barocco.
Una storia lunga 12 anni
Travagliatissimo il percorso per realizzare aree protette di rilevanza nazionale in Sicilia, isola che possiede, manco a dirlo, un patrimonio naturale straordinario. Bisogna risalire alla Legge finanziaria del 2008 in cui l’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio riuscì a ritagliare le risorse necessarie per l’istituzione di quattro importanti parchi nazionali siciliani: Isole Eolie, Isole Egadi e litorale trapanese, Monti Iblei e Pantelleria. Un’idea rimasta praticamente su carta, visto che l’allora governo Cuffaro, invocando un malinteso senso di autonomia della Sicilia, impugnò la Legge davanti alla Corte Costituzionale, che però fortunatamente respinse il ricorso dopo un anno rimarcando che la competenza in materia di parchi nazionali è esclusiva dello Stato (includendo di fatto anche il caso delle regioni a statuto speciale). Un ritardo a cui si accumularono, negli anni successivi, svariati problemi tra cui instabilità e discontinuità politica, mancanza di fondi e di interesse. Poi la svolta. Nel 2016 un incendio doloso ha devastato i boschi di Pantelleria, provocando lo sdegno dell’opinione pubblica e anche di gran parte delle Istituzioni. Un atto di incommensurata vigliaccheria a cui Presidenza della Repubblica, Consiglio dei Ministri e Governo Regionale risposero compatti e rapidi con l’approvazione dell’istituzione dell’Ente Parco e dunque, nel giro di qualche settimana, con la nascita del primo parco nazionale siciliano. Un percorso dunque che continua con la creazione della grande area protetta degli Iblei, in attesa che anche il litorale trapanese, le isole Egadi e le Eolie siano presto sottoposte all’azione di tutela prevista ormai ben 12 anni fa e non ancora applicata.
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