Una delle salite classiche per i primi approcci alle montagne del Lecchese è il monte Moregallo. La salita è semplice, il sentiero ben tracciato ed è possibile godere di una splendida vista sul ramo del Lago di Lecco.
Partito di buon mattino, ancora con il sole nascosto dietro le montagne, mi dirigo in direzione di Valmadrera e parcheggio l’auto al termine di via Preguda. Da qui parte il nostro sentiero che, in un’oretta, ci porta alla cappella di Sant’Isidoro costruita presso un masso erratico chiamato Sasso di Preguda (Prea Aguda, ovvero pietra acuta – ndr). Questo sasso di granito ghiandone mi ha sempre affascinato: ha percorso 70 chilometri sul ghiacciaio discendente dalla val Masino ed è stato qui abbandonato dal retrocedere del ghiacciaio.
Dopo una breve sosta per godere del magnifico panorama su Lecco e il monte San Martino, riprendo di buon passo il sentiero che da qui diventa più irto e ci porta, dopo un’ora e trenta, in vetta al Moregallo. Arrivato in cima e disteso a rimirare il panorama mi accorgo di un movimento sul canalone che scende verso il lago e, con grande sorpresa, noto la presenza di un bellissimo esemplare maschio di muflone con la sua tipica “sella” bianca sul dorso e la caratteristica foggia delle sue corna.
Per non ripercorrere il sentiero a ritroso decido di rientrare seguendo un altro via che dalla cima ridiscende verso la Bocchetta di Sambrosera, passando dalle suggestive guglie del Moregallo, e poi alla fonte Sambrosera. Una volta raggiunta la fonte, vista la stupenda giornata, decido di allungare la mia passeggiata e raggiungo la chiesa sconsacrata di San Tomaso.
Lungo questo tratto si incontrano dei “caselli” e “casote”, strutture di pietra che vennero utilizzate per la stagionatura dei formaggi e per la conservazione del latte al fresco. Queste strutture, ora ben recuperate grazie all’intervento di volontari locali e della Comunità Montana del Lario Orientale, sono state utilizzate nel tempo anche come ricovero e come deposito di materiale agricolo. Venivano costruiti a secco con massi locali, con il soffitto a volta e spesso nei pressi di fonti d’acqua, utilizzata per pulire le forme dei formaggi e per mantenere il fresco.
Consiglio sempre questa passeggiata ai miei amici in quanto permette a chiunque di raggiungere facilmente diversi luoghi importanti, sia dal punto di vista paesaggistico, che storico e geomorfologico. Il sentiero ad anello che ho percorso in questa stupenda giornata può essere svolto anche a tratti e in momenti differenti dell’anno riducendone il dislivello e la durata.
Buone passeggiate!
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