Non fornire le cure necessarie al proprio animale malato configura il reato di maltrattamento di animali (Articolo 544-ter del codice penale).
A dirlo, il pronunciamento della Corte di Cassazione che ha condannato il proprietario di un cane per maltrattamento con dolo ideologico.
Il caso
La vicenda processuale inizia quando la cagnolina viene trovata vagante dal personale del canile sanitario di Modena.
Le condizioni dell’animale appaiono subito critiche: oltre a diversi tumori, il personale veterinario rileva anche dermatiti e artrosi agli arti posteriori.
Il proprietario, un cittadino di 42 anni originario di Gagliano del Capo (Lecce), viene denunciato dall’associazione per la tutela degli animali ANPANA.
Secondo i giudici, il disinteressamento del proprietario avrebbe causato grosse sofferenze alla cagnolina, dal momento che la malattia – mai curata – perdurava da lungo tempo; la difesa dell’uomo, invece, ha sottolineato come non ci fosse dolo, in quanto l’uomo non essendo un veterinario non si sarebbe reso conto del grave stato di salute dell’animale.
La sentenza
Già nel 2011 il reato penale era stato confermato dalla Corte di Appello di Bologna che aveva rigettato le tesi esposte della difesa e affermato come l’assenza di cure fosse dolosa e non colposa, dal momento che le gravi condizioni di salute della cagnolina apparivano del tutto evidenti.
Al proprietario del cane è stata comminata una multa di 10mila Euro e dovrà pagare le spese processuali – circa 2.500 Euro – sostenute dell’associazione ANPANA, costituitisi parte civile nel processo.
Precedente storico
La sentenza della Corte di Cassazione e la maximulta al proprietario rappresentano un precedente storico. L’omessa cura dell’animale, infatti, per la prima volta è stata equiparata al maltrattamento.
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