L’impiego di collari acustici può configurare il reato di maltrattamento degli animali (Articolo 544 ter Codice penale).
Ad affermarlo, una nota del Ministero della Salute che spiega come non sia consentito l’impiego di questi dispositivi. Al fine di garantire il benessere degli animali e il rispetto della normativa – in primis la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia – deve, dunque, essere vietato l’impiego di metodi e strumenti che provochino ferite o dolori, sofferenze e angosce.
Di cosa si tratta
I collari acustici – conosciuti sul mercato col nome di beeper – sono dispositivi che rilasciano alte frequenze che possono raggiungere le intensità di 100-130 dB SPL e di 2000-3000 Hz e che sono udibili solamente dai cani.
Questi collari sono impiegati nell’addestramento degli animali oppure dai cacciatori.
Fino a oggi, il commercio e l’impiego dei collari acustici non era mai stato regolamentato, tanto che si tratta di dispositivi facilmente reperibili sul web.
Stress e danni per l’udito
Secondo cui i dati dal Ministero, i collari acustici comporterebbero un potenziale danno per l’udito del cane a seguito di emissioni acustiche superiori ai 100 dB SPL, soprattutto se ripetute in tempi ristretti.
«Questo pronunciamento rappresenta un positivo passo in avanti nella tutela degli animali, considerando che ogni strumento operante un condizionamento negativo ha effetti negativi sia sull’apprendimento del cane, sia sul suo stato di benessere e, nei casi più gravi, sulla sua salute» ha commentato Ilaria Innocenti, Responsabile LAV Animali Familiari.
Federcaccia scrive al ministero
In merito a questa circolare informativa, Federcaccia fa sapere che i collari acustici delle principali aziende produttrici rispettano le soglie indicate oggi dal parere tecnico emanato dal ministero della Salute e raccomanda a tutti gli utilizzatori di verificare le caratteristiche dei propri apparati, prestando attenzione alla loro rispondenza ai limiti segnalati dal Ministero.
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