Wilmar International, il più grande operatore mondiale di olio di palma con sede a Singapore, ha annunciato un piano di azione dettagliato per monitorare e mappare i propri fornitori.
Il colosso dell’olio di palma, che commercializza il 40% di questa materia prima e rifornisce alcune delle maggiori aziende, ha così ceduto alla pressione degli attivisti, i quali chiedevano maggiori tutele per l’ambiente, la fauna e i lavoratori.
Monitorare i fornitori
Il nuovo piano d’azione sottoscritto dall’azienda impegna Wilmar a mappare entro la fine del 2019 tutti i terreni appartenenti ai propri fornitori e a monitorare, attraverso l’uso di satelliti ad alta risoluzione, quanto accade nelle piantagioni.
Se nel corso del monitoraggio un fornitore verrà collegato a operazioni legate alla distruzione degli ecosistemi, l’azienda di Singapore ha annunciato che sospenderà immediatamente le relazioni commerciali con l’operatore incriminato.
«Fermare la deforestazione richiede un’azione congiunta di tutti gli operatori e, per questo, è necessario che i commercianti di olio di palma, così come i produttori e le multinazionali che ne fanno uso, si impegnino ad implementare azioni urgenti e concrete per mappare e monitorare tutti i loro fornitori», spiega Martina Borghi di Greenpeace.
Le proteste anche in Italia
L’annuncio di Wilmar arriva dopo un’attiva campagna di sensibilizzazione messa in atto da Greenpeace; gli attivisti hanno, infatti, occupato la raffineria di Wilmar in Indonesia e cercato di ostacolare le operazioni di trasporto e attracco di una nave cisterna diretta in Europa, carica di prodotti dell’azienda a base di olio di palma.
Le azioni dimostrative sono poi continuate anche in Italia: qui l’associazione ambientalista ha protestato per sette ore davanti allo stabilimento di Mondelēz, uno dei principali clienti di Wilmar, a Capriata d’Orba (AL).
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