Se vi dovesse capitare di andare alla scoperta del Parco Regionale dei Castelli Romani, non perdete l’occasione di visitare la cittadina di Ariccia: i più golosi associeranno il suo nome alla famosa porchetta IGP, mentre agli appassionati d’arte verranno in mente i sontuosi monumenti del Bernini con l’austero Palazzo Chigi.
Ariccia è situata tra i rilievi dei Colli Albani, a 40 km Sud Est da Roma, tra due laghi di origine vulcanica, quelli di Albano e Nemi. Tutta la zona, infatti, tra 600.000 e 20.000 anni fa, è stata soggetta all’attività del Vulcano Laziale attorno alla cui antica caldera si sviluppa oggi l’area dei Castelli Romani.
Artisticamente parlando, Ariccia deve la sua fama alla scenografica Piazza di Corte, impreziosita dalla Collegiata di Santa Maria Assunta e da Palazzo Chigi. Entrambi furono costruiti nella seconda metà del 1600 su progetto di due famosi architetti, Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana.
Voglio parlarvi proprio di suddetto palazzo e delle notevolissime testimonianze artistiche che si celano dentro le possenti mura.
Prima un po’ di storia
La costruzione del Palazzo, intorno al 1500, si deve probabilmente alla famiglia Savelli. Motivi finanziari condussero il principe Giulio Savelli a cedere nel 1661 il feudo di Ariccia alla famiglia Chigi. La potente famiglia di Papi e Cardinali poco dopo diede incarico a Gian Lorenzo Bernini di studiare un nuovo piano urbanistico per Ariccia e la sua piazza.
L’esecutore fu Carlo Fontana, allievo di Bernini. Il Palazzo fu terminato nel 1672, così come l’ampiamento e le decorazioni del parco circostante di ben 28 ettari.
Oggi vengono organizzate visite guidate al Palazzo, di cui si possono ammirare sia il Piano Nobile, sia le Stanze del Cardinale Flavio Chigi.
Nel mezzanino di sinistra è allestito il Museo del Barocco Romano, in quello a destra vengono proposte mostre a tema.
Durante una mia visita nel 2017 ho potuto ammirare soltanto il Piano Nobile e le stanze del Cardinale, ma mi è rimasto il ricordo di uno dei palazzi con gli arredi più completi e meglio conservati che mi sia capitato di vedere.
Arredi perfettamente conservati
In particolare due sono le peculiarità del Palazzo che mi hanno maggiormente colpito.
Molte stanze sono rivestite da parati di cuoio policromo che risalgono al XVII secolo. Quest’arte, di origine Araba, fu poi usata in Spagna, e da qui deriva l’appellativo di “Cuoi di Cordova. Nei secoli successivi l’utilizzo del cuoio fu sostituito dalla stoffa e poi dalla carta.
Uno dei locali ospita una raccolta di ritratti di bellezze romane, da cui prende il nome di “Stanza delle Belle”. Tale soluzione decorativa, di moda a Roma nel XVII secolo, fu commissionata dal Cardinale Flavio I Chigi all’artista fiammingo Jacob Ferdinand Voet.
Sarà stata pura fortuna, la divina provvidenza o l’influenza della potente famiglia papale dei Chigi, ma sta di fatto che gli interni del Palazzo non paiono mai essere stati visitati da malintenzionati. E questo ci da l’opportunità di poter ammirare gli interni nel loro originale splendore.
Nel 1988 il Palazzo e il parco sono stati venduti dalla famiglia Chigi e acquistati dal Comune di Ariccia, che li sta conservando in tutto il loro splendore, rendendoli fruibili al pubblico.
Scelto da Luchino Visconti
Un aneddoto: nel 1962 il regista Luchino Visconti scelse Palazzo Chigi come set per girare buona parte del film Il Gattopardo. La fastosa dimora romana, di deciso gusto barocco, ispirò moltissimo il grande regista al punto che qui furono ambientati tutti gli interni del sicilianissimo Palazzo di Donnafugata.
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