L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha proposto il divieto a livello comunitario della produzione di Pfas, per fermare la contaminazione di questi inquinanti. I Pfas (sostanze perfluoroalchiliche, note anche come “inquinanti eterni”) sono un insieme di composti chimici che contengono legami tra carbonio e fluoro utilizzati per infiniti scopi: rendono le superfici impermeabili ad acqua e grassi, resistenti al calore e ad altre sostanze chimiche. Hanno, inoltre, proprietà tensioattive che permettono di togliere lo sporco e sanificare le superfici.
Per questo, sono usati in tutto il mondo nella produzione di oggetti di uso comune, dalle padelle antiaderenti alla carta da forno, negli indumenti e nei cosmetici.
I PFAS sono estremamente resistenti e poco degradabili, per cui se dispersi nell’ambiente si conservano a lungo e diventano “inquinanti eterni”.
I pericoli per l’uomo dai Pfas
Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, i Pfas possono avere effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.
Greenpeace, insieme a oltre cento organizzazioni della società civile europee, è promotrice del Ban Pfas Manifesto che chiede la messa al bando di queste pericolose sostanze.
Un’inchiesta giornalistica The Forever Pollution Project ha indagato sulla contaminazione da Pfas in numerose nazioni europee, Italia inclusa.
L’inchiesta ha rivelato l’esistenza di più di 17 mila siti contaminati in Europa, a cui si aggiungono altri 21 mila siti in cui è possibile la presenza di Pfas a causa di attività industriali in corso o passate, e 2.100 hotspot, ovvero luoghi in cui la contaminazione raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute.
La mappa italiana rivela elevati livelli di inquinamento non solo in alcune aree del Veneto, ma toccano anche alcune zone del Piemonte, della Lombardia e della Toscana. Questo quadro potrebbe essere ben più grave considerando che non tutte le Regioni italiane effettuano monitoraggi capillari.
«Questa indagine senza precedenti tocca un nervo scoperto su cui le autorità nazionali da tempo hanno scelto di non intervenire, nonostante sia chiaro che la contaminazione riguardi l’acqua, l’aria, gli alimenti e il sangue di migliaia di persone. Si tratta di un’emergenza ambientale e sanitaria fuori controllo. Esortiamo il governo, il parlamento e i ministeri competenti ad assumersi le proprie responsabilità varando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili» dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace.
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