Bisogna dirlo. Viviamo come matti. Corriamo inseguendo un Tempo che si gira a guardarci e accelera appena stiamo mettendoci in pari.
Di giorno ritagliamo spazi sempre più ridicoli, ad esempio, per nutrirci.
Già, il cibo! Esistesse in tv una par condicio sugli “argomenti” sarebbe da sanzionare! È diventato come l’Ostia, elevata dai suoi alti rappresentanti – i cuochi – come se fosse il corpo di Gesù Cristo. E mi scuso per il confronto quasi sacrilego, ma l’intento è quello di distinguere ciò che è Assoluto da ciò che alla fine è soltanto una giostra di padelle.
Vediamo sempre meno le persone amiche. Quando lo facciamo non riusciamo a essere puntuali e, a metà serata, qualcuno dà segni evidenti di stanchezza. Chi resiste fino alla fine, il giorno dopo fatica a ripartire e rimpiange quelle ore rubate al sonno.
Le cose più belle (se si fanno) si fanno di corsa. L’appassionato di moto – un esempio, ma vale per qualsiasi altra passione – vorrebbe curarla e coccolarla almeno un po’, fare un giretto nel tardo pomeriggio, quando il sole si è messo di lato, soprattutto quando le giornate sono lunghe e il tepore si avvolge attorno al corpo… Ma non c’è il tempo per farlo! C’è sempre qualcosa che è rimasta indietro nel lavoro e che si deve fare. E così via.
Sono pensieri che butto giù in pochi minuti, forse è solo uno sfogo, non condivisibile…
D’accordo, torniamo all’inizio:
Bisogna dirlo. Vivo come un matto. Corro inseguendo un Tempo che si gira a guardarmi…
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