Lo ammettiamo subito, la cosa più difficile di questa escursione potrebbe essere trovare parcheggio. Dopo Pragelato, sito delle note Olimpiadi invernali 2006, si raggiunge sul versante assolato l’abitato di Villardamond. Inutile proseguire con la vettura: i pochi parcheggi sono riservati ai residenti. Un po’ di spazio si trova poco prima delle abitazioni, altrimenti è possibile lasciare la vettura all’ultima curva, aggiungendo 0,5 km e 20 metri di dislivello ai dati.
Dunque, si parte da Villardamond (1.750 m/slm), già qui assai panoramico poiché si affaccia dritta su un’altra località famosa durante le Olimpiadi invernali: la Val Troncea, regno dello sci di fondo e delle racchette da neve.
Attraversiamo l’abitato oltrepassando la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, del 1753, una fontana e l’edificio in pietra del forno comunale, per raggiungere le ultime case della località Comba, dove in uno spiazzo aperto si trovano alcune sculture di legno.
Fin qui la strada è solitamente ripulita dalla neve ma appena oltre le sculture, e allo spazio di parcheggio riservato alla manovra degli spazzaneve, è possibile immergervi nel silenzioso mondo invernale.
Si cammina su quella che nelle altre stagioni è una strada sterrata, per cui il tragitto, pur essendo poco segnalato, è assai intuitivo e si allunga con pendenza costante e graduale, inizialmente all’ombra del bosco, poi sui pianori aperti e panoramici.
Un primo bivio (1.850 m/slm) porterebbe verso Chezal, un’altra delle frazioni di Pragelato, ma ci teniamo sempre sulla traccia più evidente, con lo sguardo che ruota tutto attorno di fronte all’ampio panorama proposto e che farà rallentare di molto il passo, allungando naturalmente il tempo da dedicare all’escursione.
A un secondo bivio (1.995 m/slm) continuiamo a sinistra, e al secondo tornante (2.030 m/slm) un cartello didattico indica uno spiazzo dove soffermarsi ad ammirare il panorama sempre più ampio.
Dopo un tratto un po’ più rettilineo, il tracciato sale più ripido ed ecco apparire in cima al pendio l’edificio della meta: l’Alpe Brun (2.142 m/slm), una costruzione non proprio in forma ma da cui si apre un’ulteriore superba visuale, in grado di rigenerare anche le gambe più stanche mentre la struttura di una fontana permette di sedere anche in presenza di neve.
Note
Dati sola andata
Lunghezza: 3,2 km
Dislivello: 400 m
Tempo al netto delle soste: 1h e 20 min
Equipaggiamento: Pista non battuta da gatti delle nevi, in base all’innevamento necessarie le racchette da neve o i ramponcini da ghiaccio
Attenzione: il percorso è facile e intuitivo ma prima di ogni escursione è sempre buona norma informarsi sulla condizione della neve e sul rischio valanghe al sito www.arpa.piemonte.it
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