Il bonsai (pianta in piccolo vaso) è un tipo di coltivazione di essenze arboree, che vengono volutamente mantenute in miniatura tramite un lavoro di potatura e pinzatura dei rami e dalla riduzione delle radici. Essi possono essere educati in vari stili (a cascata, eretto formale e informale, spazzato dal vento, boschetto, a scopa rovesciata ecc), a seconda del tipo di pianta che si sta coltivando. La scelta del vaso nel quale verrà posata la pianta sarà di vitale importanza per l’estetica generale del bonsai. Botanica e arte si fondono, dando vita a un lavoro che cambia forme e colori con il mutare delle stagioni.
Albicocco Giapponese (Prunus Mume)
Cenni generali
Da sempre venerato in Giappone come pianta porta fortuna, il Prunus mume è una delle essenze più ricercate da bonsaisti e collezionisti. Ciò è dovuto all’incredibile fioritura (che si verifica generalmente tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio) e alla rugosità, che conferisce al tronco e al nebari (o piede, la base del tronco) più maturi un aspetto di eminenza e vecchiaia. I fiori rosa o bianchi sono seguiti da frutti verde-giallo e da un fogliame fitto e verde chiaro. Si tratta di una pianta che si adatta bene a molti stili peculiari.
Annaffiatura
Quando la parte superiore del substrato risulta asciutto al tatto, allora il bonsai va annaffiato in maniera abbondante. In inverno, essendo una specie tollerante temperature anche al di sotto dello zero, le irrigazioni andranno distanziate anche di dieci-quindici giorni. In estate la pianta necessiterà di acqua tutti i giorni. Possibilmente nella prima mattinata. Attenzione a non bagnare mai direttamente i fiori.
Esposizione
L’albicocco giapponese tollera bene il freddo invernale, a patto di proteggere l’apparato radicale dalle gelate. Un accorgimento efficace, che vale per tutti i bonsai da collocare all’esterno, consiste nell’avvolgere il vaso con il tessuto-non-tessuto (TNT), acquistabile in tutti i negozi di botanica e ferramenta, e nel coprire il substrato superiore con pozzolana o sfagno. In estate le foglie non andranno mai messe a contatto diretto con i raggi solari nelle ore più calde della giornata.
Substrato e rinvaso
Il mix ideale è un composto al 50% da pietra pomice a grana fine o akadama (un ottimo terriccio giapponese che potrete trovare dai rivenditori specializzati o su internet), 15% di lapillo vulcanico a grana fine, 35% di terriccio universale di alta qualità. Il rinvaso andrà effettuato in autunno, dopo la caduta delle foglie.
Concimazione
Dopo la fioritura, con concime solido organico a lenta cessione, facilmente reperibile online o negli store specializzati; da settembre a inizio novembre, con concime solido o liquido organico a lenta cessione.
Malattie e parassiti
Essendo una varietà molto rustica, se ben coltivata non avrà problemi di funghi o parassiti. Tuttavia, è necessario prestare particolare attenzione durante la potatura, sterilizzando bene gli strumenti: la pianta potrebbe andare incontro a gommosi, una malattia che tende a far fuoriuscire dai rami linfa vitale sotto forma di resina. Questa patologia va contrastata con la prevenzione e con l’uso di particolari composti, come la poltiglia bordolese.
Stile
Tutti gli stili, tranne eretto informale e a scopa rovesciata.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com