La presenza dello scoiattolo grigio (Sciuris carolinensis) è causa di forte stress per lo scoiattolo comune europeo (Sciurus vulgaris) e lo scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis). Le due specie autoctone, la prima a livello europeo, la seconda localizzata nel sud Italia, dimostrano di essere sempre più in difficoltà nella competizione con il “cugino” alloctono di origini americane.
A mostrarlo è una ricerca pubblicata in questi giorni sulla rivista Journal of Animal Ecology condotta dall’Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali – Guido Tosi Research Group – del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate dell’Università degli Studi dell’Insubria, a cui hanno collaborato anchel’Università del Michigan (USA), l’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Medicina Veterinaria) e l’Università di Medicina Veterinaria di Vienna.
Cosa comporta lo stress
Lo scoiattolo rosso, in aree di compresenza con la specie aliena introdotta nel nostro Paese dall’uomo, mostra livelli di stress fisiologico tre volte più elevati rispetto a quelli riscontrati negli negli individui della stessa specie che non sono sottoposti al pressing dello scoiattolo grigio. Questo in alcuni casi può addirittura avere influenze negative sulla sopravvivenza e sulla riproduzione della specie stessa. «Abbiamo portato a termine uno studio sulla specie nativa in aree con o senza la presenza dello scoiattolo grigio nordamericano andando a misurare i livelli di stress fisiologico dello scoiattolo rosso determinando le concentrazioni degli glucocorticoidi, gli ormoni dello stress», ha spiegato Lucas Wauters, ricercatore dell’Università dell’Insubria che assieme alla ricercatrice Francesca Santicchia ha condotto la ricerca.
Una lotta impari
«Che il meccanismo di competizione sia anche a carico di una forma di stress fisiologico indotta dalla specie americana, questa risulta proprio una novità» sottolinea il professor Adriano Martinoli, Zoologo ed esperto di gestione e conservazione della fauna. Infatti, sino ad ora si pensava che la competizione si giocasse solo sul piano alimentare. «Gli scoiattoli grigi americani mangiano ghiande in quantità decisamente maggiore rispetto agli scoiattoli rossi che riescono meno efficacemente a digerire i tannini (le molecole complesse presenti in abbondanza proprio nelle ghiande) e riescono a trovare e consumare parte delle riserve di semi (fino al 50%) che gli scoiattoli rossi si preparano per l’inverno – evidenziano Martinoli e Wauters – . La sottrazione di risorse alimentari da parte dello scoiattolo grigio fa sì che lo scoiattolo rosso si riproduca con maggiore difficoltà, che i giovani di tale specie crescano meno e abbiano più probabilità di morire nel primo anno di vita: tutto questo determina in pochi anni il declino della popolazione e l’estinzione locale dello scoiattolo rosso».
Esiti drammatici
Lo scoiattolo grigio è stato introdotto dall’uomo in Gran Bretagna, Irlanda e Italia. In Gran Bretagna la specie ha colonizzato gran parte dell’Inghilterra e del Galles e si sta diffondendo in Scozia, con drammatici risultati: in gran parte delle aree di presenza del grigio lo scoiattolo rosso si è estinto. Questo è il risultato delle introduzioni ad opera dell’uomo, un fenomeno di portata globale che sta modificando profondamente gli ecosistemi della Terra, minacciando la biodiversità.
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