È stata avvistata nello Stretto di Messina la balenottera comune (Balaenoptera physalus) senza pinna caudale, segnalata nei giorni scorsi al largo della Calabria al Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone e poi nel golfo di Catania.
Per proteggerla dal rischio di collisione con le numerose navi che transitano in questo affollatissimo tratto di mare, la balenottera è stata scortata dalla motovedetta CP852 della Guardia Costiera.
A bordo dell’unità della Guardia Costiera c’era il biologo Carmelo Isgrò, fondatore del MuMa – Museo del Mare di Milazzo, che ha fornito foto e video all’Istituto Tethys. Secondo la ricostruzione dei ricercatori, nonostante il suo grave handicap il cetaceo ha già coperto migliaia di chilometri. L’animale senza coda era stato, infatti, avvistato per la prima volta nell’ottobre scorso al largo della Spagna e della Francia e, successivamente, in Siria e poi in Grecia.
Si tratta, quindi, di un individuo ben conosciuto, soprattutto nel Santuario Pelagos, la grande area protetta transnazionale che comprende mar Ligure, di Corsica e Tirreno. È stata foto-identificata e catalogata dall’Istituto Tethys, l’organizzazione non-profit che da oltre 30 anni studia i mammiferi marini del Mediterraneo.
I suoi ricercatori avevano avvistato questa balenottera la prima volta nel 2005 e l’avevano chiamata Codamozza; aveva, infatti, metà della coda mancante e s’immergeva tirandola fuori, un comportamento inconsueto per questa specie.
L’avvistamento di questi giorni
In Sicilia, la prima segnalazione di Codamozza è pervenuta domenica a MareCamp, Associazione Onlus operativa nel golfo di Catania, dal pescatore artigianale ripostese Antonio Costanzo.
Dall’esame dei segni sul corpo e in particolare di un’ulteriore piccola cicatrice davanti alla pinna dorsale è stato possibile confermare che la balenottera avvistata a Catania è proprio lei; con ogni probabilità, quindi, si tratta sempre dello stesso individuo osservato nei giorni scorsi in Calabria (nelle foto).
Nonostante la mancanza della parte che assicura la propulsione nei cetacei, la balenottera senza coda nuota velocemente. Tende, però, a restare in superficie, senza compiere le lunghe e periodiche immersioni per la caccia. Appare, quindi, molto emaciata e l’ipotesi è che non riesca ad alimentarsi.
Quanto alle possibili cause della menomazione, si ipotizza la collisione con una nave. Tethys conduce ricerche proprio su questo argomento con lo scopo di valutare il fenomeno, sempre più grave con l’aumento del traffico marittimo e suggerire possibili misure di mitigazione.
Ora ci si interroga su come sia potuta avvenire questa ulteriore mutilazione: un’altra collisione oppure una lenza o una rete che dopo essere stata stretta a lungo sul peduncolo caudale abbia causato una necrosi e la successiva perdita della coda?
La seconda possibilità sembra la più plausibile secondo i veterinari del CReDiMa (Centro di referenza nazionale per le indagini diagnostiche sui mammiferi marini spiaggiati) e del CERT (unità di intervento italiana del Cetacean’s Strandig Emergency Response Team), anche se non è da escludersi completamente un taglio dovuto a un’elica. Le condizioni dello sfortunato animale non lasciano ben sperare: anche se riesce a spostarsi in superficie nonostante la mutilazione, non pare riuscire a darsi la spinta per compiere immersioni profonde per nutrirsi.
Gli esperti raccomandano di non causare ulteriore stress all’animale avvicinandolo con le barche e di avvertire la Guardia costiera in caso di avvistamento nei prossimi giorni.
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