Un animale raro e sfuggente, giunto in Italia nel 2008, dalla Svizzera: è la lince. Non si avevano più sue notizie da oltre un anno, ma ieri gli esperti hanno segnalato le probabili tracce di B132, un esemplare maschio di undici anni che si aggirerebbe da quasi un decennio nel nostro Paese. Le tracce sono state identificate in Val d’Ampola, fra Tiarno e Storo, e gli uomini della Stazione Forestale di Ledro hanno pochi dubbi: si tratta proprio delle orme lasciate dal felino selvatico. Sono stati anche raccolti degli escrementi che saranno analizzati geneticamente per capire le caratteristiche dell’animale e lo stato di salute.
Lince, presenza fissa ma discreta
La lince italiana è una presenza fissa ma molto discreta del nostro territorio. Abita soprattutto le regioni alpine occidentali e orientali, ma si presume anche lungo la catena appenninica. Nel 1981 le indagini condotte dal Consiglio Nazionale delle Ricerche mise in luce che l’animale non esisteva più. Le ultime prove però inducono a pensare che l’animale non si sia mai estinto, ma rifugiato in aree nascoste e selvagge del Belpaese, dove ha dimorato fino a oggi; e dove sta lentamente riprendendo possesso del vecchio areale.
Dove è presente
La lince è un carnivoro diffuso un tempo in tutta l’Europa, di dimensioni simili a quelle di un cane di taglia media. Fu sterminato perché si temevano le sue incursioni nelle fattorie; ma per l’uomo è pressoché innocuo. Il suo ambiente ideale è la foresta dove vive nutrendosi di lepri, uccelli, rettili e invertebrati. Abita soprattutto la Siberia e la Scandinavia. Nell’Europa dell’est sono presenti centinaia di esemplari fra i molti che dividono la Repubblica Ceca dalla Romania; altrettanto diffusa in Polonia, nella foresta di Białowieża.
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